"CAPVT VNIS EX XI MILLIBUS VIRGINUM"
La sensazione, quando si parla di Santa Venera, è sempre la stessa: sembra che non si racconti ai più di un culto cristiano ma di uno talmente antico e sconosciuto da rasentare il paganesimo.
Dinanzi ai "non lo sapevo" è spesso quasi inutile ricordarne la storia o i tanti luoghi del sud in cui è venerata da secoli.
Noi comunque non demordiamo ed un'ulteriore occasione per confermarne attestazioni nell'area vibonese ce la offre una inattesa quanto gradita, recente scoperta, che fremiamo dal condividere con voi. Si tiene in questi giorni a Tropea una interessante mostra su Lorenzo Albino, nel cuore del centro storico, allestita nel Palazzo Vescovile, dove ha sede il Museo Diocesano. Visitandola, inaspettatamente, ci si ritrova a percorre gran parte della storia devozionale della città, grazie all'ulteriore esposizione di opere lignee, argenti e quadri devozionali, provenienti dalle diverse chiese tropeane.
Tra le tante opere esposte è possibile farsi ammaliare - come è successo a noi - da un bellissimo busto reliquario attribuito ad uno scultore meridionale ignoto. Il busto rappresenta una Santa Martire dei primi anni del cristianesimo, è sapientemente intagliata nel legno, poi dipinto e dorato. L'opera emoziona per la sua bellezza, per i tratti del volto che, seppur dolci e morbidi comunicano tutta la forza della fede. Sul petto una nicchia a tutto tondo, scavata nel legno ed ornata, racchiudeva in antico una reliquia della santa, che probabilmente poteva essere inserita o tolta all'occorrenza grazie ad un sportelletto posto sul retro.
Secondo la didascalia dei curatori della mostra l'opera è datata alla prima metà del sec. XVII. La santa martire stringe tra le mani i simboli classici di primi martiri del cristianesimo, la palma e la bibbia. Che sia una martire lo conferma l'iscrizione posta al centro della sua base lignea, "CAPVT VNIS EX XI MILLIBUS VIRGINUM", vale a dire questo è "Il capo di una delle undicimila vergini". E' un'opera realizzata da un abile scultore perchè trasmette emozione con quella mano sinistra che, seppur reggente la palma, sembra indicare al fedele di porgere il suo sguardo benevolo verso la sacra reliquia.
Il busto della martire proviene dall' Ex Collegio dei Gesuiti di Tropea, e più precisamente nella Cappella di Sant'Anna. Ovviamente da oggi cerceremo di studiarne la storia, di seguirne le traccie storiche e documentali, forse anche spinti dalla suggestiva ipotesi che possa proprio trattarsi del busto di Santa Venere.
Averne rintracciato un busto a così poca distanza dalla nostra città è un segno importante per la ricerca sul culto di Santa Venera ed è un evidente segno che la tesi di una radicata venerazione lungo la nostra costa, per queste antiche martiri del cristianesimo, non è poi così peregrina.
Anche a Tropea, come da noi, il culto delle prime martiri del cristianesimo sembra essere obliato, scomparso. Nessun testo storico della città ne cita l'esistenza.
Le ragioni di ciò sono tutte da indagare, così come tutta da indagare è la scomparsa cultuale anche nella nostra comunità, ma la ricerca affascina e tutto lascia supporre che prima o poi se ne scopriranno le ragioni.
Nel frattempo, per quanti vogliano lasciarsi emozionare da questa nuova traccia, una visita alla mostra tropeana è d'obbligo!
Dinanzi ai "non lo sapevo" è spesso quasi inutile ricordarne la storia o i tanti luoghi del sud in cui è venerata da secoli.
Noi comunque non demordiamo ed un'ulteriore occasione per confermarne attestazioni nell'area vibonese ce la offre una inattesa quanto gradita, recente scoperta, che fremiamo dal condividere con voi. Si tiene in questi giorni a Tropea una interessante mostra su Lorenzo Albino, nel cuore del centro storico, allestita nel Palazzo Vescovile, dove ha sede il Museo Diocesano. Visitandola, inaspettatamente, ci si ritrova a percorre gran parte della storia devozionale della città, grazie all'ulteriore esposizione di opere lignee, argenti e quadri devozionali, provenienti dalle diverse chiese tropeane.
Tra le tante opere esposte è possibile farsi ammaliare - come è successo a noi - da un bellissimo busto reliquario attribuito ad uno scultore meridionale ignoto. Il busto rappresenta una Santa Martire dei primi anni del cristianesimo, è sapientemente intagliata nel legno, poi dipinto e dorato. L'opera emoziona per la sua bellezza, per i tratti del volto che, seppur dolci e morbidi comunicano tutta la forza della fede. Sul petto una nicchia a tutto tondo, scavata nel legno ed ornata, racchiudeva in antico una reliquia della santa, che probabilmente poteva essere inserita o tolta all'occorrenza grazie ad un sportelletto posto sul retro.
Secondo la didascalia dei curatori della mostra l'opera è datata alla prima metà del sec. XVII. La santa martire stringe tra le mani i simboli classici di primi martiri del cristianesimo, la palma e la bibbia. Che sia una martire lo conferma l'iscrizione posta al centro della sua base lignea, "CAPVT VNIS EX XI MILLIBUS VIRGINUM", vale a dire questo è "Il capo di una delle undicimila vergini". E' un'opera realizzata da un abile scultore perchè trasmette emozione con quella mano sinistra che, seppur reggente la palma, sembra indicare al fedele di porgere il suo sguardo benevolo verso la sacra reliquia.
Il busto della martire proviene dall' Ex Collegio dei Gesuiti di Tropea, e più precisamente nella Cappella di Sant'Anna. Ovviamente da oggi cerceremo di studiarne la storia, di seguirne le traccie storiche e documentali, forse anche spinti dalla suggestiva ipotesi che possa proprio trattarsi del busto di Santa Venere.
Averne rintracciato un busto a così poca distanza dalla nostra città è un segno importante per la ricerca sul culto di Santa Venera ed è un evidente segno che la tesi di una radicata venerazione lungo la nostra costa, per queste antiche martiri del cristianesimo, non è poi così peregrina.
Anche a Tropea, come da noi, il culto delle prime martiri del cristianesimo sembra essere obliato, scomparso. Nessun testo storico della città ne cita l'esistenza.
Le ragioni di ciò sono tutte da indagare, così come tutta da indagare è la scomparsa cultuale anche nella nostra comunità, ma la ricerca affascina e tutto lascia supporre che prima o poi se ne scopriranno le ragioni.
Nel frattempo, per quanti vogliano lasciarsi emozionare da questa nuova traccia, una visita alla mostra tropeana è d'obbligo!
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per info: damianogrenci@virgilio.it