L'AREA DISMESSA DELLA EX-GASLINI
L'accenno alla Cemensud ed al villaggio turistico dei giorni scorsi ci obbliga ad affrontare uno dei nodi più importanti dello sviluppo della città del mare, vale a dire l'utilizzo dell'area dismessa dello Stabilimento per la lavorazione dell’olio al solfuro di Gaslini.
Lo affronteremo, come è nostro solito, con carte e foto alla mano. L'area in questione (ex proprietà comunale) venne venduta alla Società Anonima Gaslini nel 1935, con Delibera Commissario Prefettizio n. 85, subordinandone però il relativo contratto “ipse facto e ipse iure risoluto”, alla destinazione industriale.
Lo affronteremo, come è nostro solito, con carte e foto alla mano. L'area in questione (ex proprietà comunale) venne venduta alla Società Anonima Gaslini nel 1935, con Delibera Commissario Prefettizio n. 85, subordinandone però il relativo contratto “ipse facto e ipse iure risoluto”, alla destinazione industriale.
La fabbrica da il via alla produzione nel 1941 e fino alla sua dismissione, buona parte dell’area diviene deposito degli scarti di lavorazione della sansa, che oggi sono considerati rifiuti tossici per la presenza di composti chimici di sintesi (esano), dannosi all’ambiente e alla salute umana.
Sta di fatto che con il suo fallimento si avvia un contenzioso legale tra eredi che ancora oggi non consente di definire con chiarezza chi risulti il proprietario dell'area dismessa.
Riteniamo che con tutta probabilità, proprio in virtù dell'atto di vendita, il comune avrebbe potuto rivendicare qualche diritto, ma come ben sapete, siamo sempre a Vibo Valentia.
Improvvisamente, la scorsa estate, circola la notizia che l'area sia stata oggetto delle attenzione di imprenditori turistici spagnoli/irlandesi e si avvia una operazione di pulizia. Pulizia, non bonifica, perchè la terra tolta dal sito è depositata in un altro, accanto al torrente S. Anna.
Si parla di villaggio turistico con 200 posti letto... centro commerciale... Si vocifera e si dà per scontato che l'area sarà destinata a questo.
Badate, non si tratta di essere contro la scelta, ma al modo in cui essa si realizza, nel quale il pubblico non riesce a rivendicare, per la sua comunità, alcun servizio o vantaggio. E' così! Storicamente, nell'area costiera, ci si "sbraca" dinanzi all'investimento del privato!
Procedendo in tale maniera tra qualche mese ci ritroveremo senza aree in cui realizzare quei servizi che una città richiede. Procedendo così chiuderemo ogni prospettiva al waterfront portuale. Procedendo così perderemo le ricchezze che l'antica fabbrica custodiva.
Ci siete mai entrati dentro? Avete mai visto i suoi forni? La sua officina? Beh! Guardate queste foto. Qualche mese fa siamo stati "guidati" nella sua visita, dall'anziano custode. Per un attimo, dinanzi a quelli attrezzi abbandonati, abbiamo sentito nell'area il vociare degli operai.
Della GASLINI avevamo raccolto del materiale per descriverne la storia, valorizzarne il contenuto... ma qualcuno, sempre sulla nostra testa, ne ha già deciso il suo destino.
Vi doniamo perciò i documenti relativi all'acquisto dell'area, i progetti costruttivi... ormai utili solo una tesi di laurea!
Commenti
ps: qualche tempo fa lessi anche la tua denuncia (credo proprio fossi tu) sul sito di lexambiente riguardo ai movimenti terra che fecero vicino al torrente Sant'Anna e girai la denuncia all'assessore all'ambiente della provincia (nn ricordo il nome) il quale la girò a sua volta al comando dei carabinieri per la protezione ambientale, i quali mi risposero dopo 3-4 mesi chiedendomi maggiori informazioni e prove documentarie...ma io nn avevo niente in mano...cercai di rintracciarti ma nn ci riuscii. e tutto finì nel dimenticatoio. ma ora un prurito allo stomaco mi assale...