PORTO SANTA VENERE ESISTE ANCORA! (2)



Ovviamente non siamo riusciti a resistere alla tentazione di un immediato tuffo negli archivi e così stamani ci ritroviamo dinanzi all'agognato Regio Decreto.
Va detto che il decreto nella sua esplicazione rituale non ci sorprende per nulla, anzi, conferma pienamente quanto da noi sostenuto già ad una prima lettura della delibera comunale del 23 febbraio 1927 , vale a dire che risulta falso storicamente asserire (così come si è sempre asserito) che il borgo Porto Santa Venere muta il suo nome a far data da quella delibera o dal Regio Decreto!


Prima di procedere oltre, magari con una prima analisi su quanto accaduto, è bene riportare integralmente il decreto:

Regio Decreto 8 Dicembre 1927, n. 2449
Autorizzazione al comune di Monteleone di Calabria a mutare la propria denominazione in quella di "Vibo Valentia"
(Pubblicato nella G. U. del 4 gennaio 1928, n.3)
Vittorio Emanuele III
Per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Sulla proposta del Capo di Governo, Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro Segretario di Stato per gli affari dell'interno;
Veduta la domanda con cui il commissario prefettizio per la temporanea amministrazione del comune di Monteleone di Calabria, in esecuzione della deliberazione 23 febbraio 1927 del Consiglio comunale, ha chiesto l'autorizzazione a mutare la denominazione del Comune stesso in "Vibo Valentia";
Veduto il parere favorevole espresso dal Consiglio provinciale di Catanzaro con deliberazione 16 settembre 1927;
Veduta la lettera 12 agosto 1927, n. 404485, del Ministero delle comunicazioni, Direzione generale delle poste e dei telegrafi;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Il comune di Monteleone di Calabria è autorizzato a mutare la sua denominazione in "Vibo Valentia".
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 8 dicembre 1927 . Anno VI
Vittorio Emanuele.
Mussolini.

Ricapitoliamo.
La delibera comunale del '27 dichiara senza alcun dubbio che "Marina di Vibo Valenzia sia chiamato tutto il litorale che si estende da Porto Salvo fino al limite di Porto S. Venere", esplicitando così un volere deliberante del consiglio tutt'altro che teso a mutare il nome al borgo portuale (così come a nessun altro dei borghi costieri), con un chiaro intento "descrittivo" teso a ribadire quello che sarà da intendere come il suo limite costiero, denominando "Marina di Vibo Valenzia" tutto il litorale compreso nei limiti del territorio comunale, vale a dire "da Porto Salvo fino al limite di Porto S. Venere".
Il Regio Decreto inoltre, come era da attendersi, non entra nel merito descrittivo espresso in delibera, autorizzando esclusivamente il cambio del nome del comune da Monteleone di Calabria a Vibo Valentia.
In estrema sintesi una nuova denominazione anche per il borgo di Porto Santa Venere:
  1. non venne richiesta dalla locale sezione Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra;
  2. non venne proposta nella sintesi della deliberazione messa ai voti;
  3. non venne deliberata dal consiglio;
  4. non venne decretata nel Regio Decreto dell'8 dicembre 1927.
C'è di più. Da una prima lettura delle delibere degli anni immediatamente successivi (1928-1930) non risulta alcuna deliberazione di presa d'atto del Regio Decreto (che in verità, seppur amministrativamente superflua, era simbolicamente utile ed atteso, visto il risalto propagandistico che si intendeva raggiungere con l'uso dell'antico nome romano), nè ancorpiù viene in quegli anni utilizzato nelle deliberazioni altro nome che Porto Santa Venere, nell'indicare il borgo marino del comune di Vibo Valentia!
Ma allora? A chi dobbiamo questa sorta di "damnatio memoriae" del nome della nostra città? Per scoprirlo non resta che ritornare al più presto nelle polverose stanze interrate dell'archivio comunale! Ed anche questo ulteriore approfondimento della ricerca si rivela interessantissimo...

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