PORTO SANTA VENERE ESISTE ANCORA! (3)
Qualcuno ha sottratto il nome alla nostra città? Beh! Sembrerebbe di si, ed anche alla luce di ulteriori verifiche d'archivio, riconfermiamo con decisione quanto esposto nei precedenti post.
Per dimostrare quanto fosse evidente in quegli anni ai più, anche amministrativamente, che con il termine “Marina di Vibo Valentia” si indicasse l’intero litorale comunale, mantenendo ben distinto il nome del borgo di S. Venere, riportiamo per intero una delibera emessa dal Podestà Scrugli (lo stesso Scrugli - badate - che da sindaco interpretò il volere del consiglio, avanzando la proposta al Re, nel 1927, per il cambio del nome in Vibo Valentia) datata 28 marzo 1931.
La delibera trae spunto da un atto valoroso compiuto da un giovane balilla di 10 anni, Malerba Antonio, che salvò la vita al giovanetto Greco Vittorio, tuffatosi in “acqua senza saper nuotare”. Un episodio minimo, ma pur sempre un gesto coraggioso e solidale, da evidenziare in una comunità che in quegli anni aveva necessità di rendere “visibili” e contaminanti i gesti “eroici”.
Ma trascriviamo la delibera per intero:
ASCVV - Del. n.109, del 28 marzo 1931 - Oggetto: Ricompesa al valoroso Malerba Antonio. Pubbl. 29-3-931
Tornata del 28 marzo 1931 a. IX
L'anno millenovecentotrentuno a IX del giorno 28 del mese di marzo in Vibo Valentia e nella residenza Municipale;
Il Podestà
Sig. Dott. Cav. Scrugli Lorenzo, nominato con R.D. 23-6-930 a. VII.
Assistito dal Segretario Sig. Ramondini Giuseppe.
Visto il rapporto del delegato Municipale della borgata di Porto S. Venere relativa all'azione generosa compiuta nelle acque di S. Venere dal Balilla Malerba Antonio di Camillo e Maria Riga nato a Porto S. Venere nel 1921 e dal quale di rileva che alle ore 11 del 1 giugno il Malerba si tuffava in mare tutto vestito per trarre in salvo il giovanetto Greco Vittorio di Giuseppe, il quale imprudentemente si era tuffato in acqua senza saper nuotare.
Ritenuto che l'atto generoso compiuto dal Malerba, per le circostanze in cui si è svolto merita una ricompensa.
Infatti il Malerba si trovò solo nel posto perchè la località poco frequentata ed ha un tra di 15 metri di mare profondo due metri
Delibera
che per l'azione compiuta dal Malerba, lo stesso deve essere proposto per una ricompensa.
La data e la descrizione della delibera sono importanti sia perché risultano estremi podestarili redatti a tre anni di distanza dal cambio del nome, epoca in cui è ben consolidato l’uso del nuovo toponimo, sia perchè altrettanto consolidato (nonchè contemporaneo) si rivela l'uso del toponimo S. Venere per il borgo costiero. Borgo di S. Venere nel quale, evidenziamo noi, si distingue anche la figura istituzionale del “Delegato Municipale della borgata”. D'altronde si ritene importante sottolineare che questa delibera del '31 è firmata dallo stesso amministratore che da sindaco tanto si spese per l'adozione del nuovo nome di Vibo Valentia, e che altrettanto volentieri si sarebbe speso per utilizzare il nome nuovo (Vibo Marina, per l'appunto) al borgo costiero, se - immaginiamo - fosse stato possibile.
Non so se i giovani protagonisti della vicenda siano ancora viventi (forse no, ma a scoprirlo possono aiutarci i nostri affezionati utenti del web) certamente però, per una strana ed inspiegabile bizzarria del caso, a loro non è sopravvissuto il nome della borgata natia, Porto S. Venere appunto.
Le ragioni sono tutte da scoprire, anche se non mi meraviglierei se queste fossero in qualche modo legate, anche soltanto cronologicamente, all'avvio della stagione delle grandi vendite demaniali per fini industriali, che tanta ricchezza hanno portato nelle casse del nuovo comune di Vibo Valentia.
Continuiamo le ricerche d’archivio?
Per dimostrare quanto fosse evidente in quegli anni ai più, anche amministrativamente, che con il termine “Marina di Vibo Valentia” si indicasse l’intero litorale comunale, mantenendo ben distinto il nome del borgo di S. Venere, riportiamo per intero una delibera emessa dal Podestà Scrugli (lo stesso Scrugli - badate - che da sindaco interpretò il volere del consiglio, avanzando la proposta al Re, nel 1927, per il cambio del nome in Vibo Valentia) datata 28 marzo 1931.
La delibera trae spunto da un atto valoroso compiuto da un giovane balilla di 10 anni, Malerba Antonio, che salvò la vita al giovanetto Greco Vittorio, tuffatosi in “acqua senza saper nuotare”. Un episodio minimo, ma pur sempre un gesto coraggioso e solidale, da evidenziare in una comunità che in quegli anni aveva necessità di rendere “visibili” e contaminanti i gesti “eroici”.
Ma trascriviamo la delibera per intero:
ASCVV - Del. n.109, del 28 marzo 1931 - Oggetto: Ricompesa al valoroso Malerba Antonio. Pubbl. 29-3-931
Tornata del 28 marzo 1931 a. IX
L'anno millenovecentotrentuno a IX del giorno 28 del mese di marzo in Vibo Valentia e nella residenza Municipale;
Il Podestà
Sig. Dott. Cav. Scrugli Lorenzo, nominato con R.D. 23-6-930 a. VII.
Assistito dal Segretario Sig. Ramondini Giuseppe.
Visto il rapporto del delegato Municipale della borgata di Porto S. Venere relativa all'azione generosa compiuta nelle acque di S. Venere dal Balilla Malerba Antonio di Camillo e Maria Riga nato a Porto S. Venere nel 1921 e dal quale di rileva che alle ore 11 del 1 giugno il Malerba si tuffava in mare tutto vestito per trarre in salvo il giovanetto Greco Vittorio di Giuseppe, il quale imprudentemente si era tuffato in acqua senza saper nuotare.
Ritenuto che l'atto generoso compiuto dal Malerba, per le circostanze in cui si è svolto merita una ricompensa.
Infatti il Malerba si trovò solo nel posto perchè la località poco frequentata ed ha un tra di 15 metri di mare profondo due metri
Delibera
che per l'azione compiuta dal Malerba, lo stesso deve essere proposto per una ricompensa.
La data e la descrizione della delibera sono importanti sia perché risultano estremi podestarili redatti a tre anni di distanza dal cambio del nome, epoca in cui è ben consolidato l’uso del nuovo toponimo, sia perchè altrettanto consolidato (nonchè contemporaneo) si rivela l'uso del toponimo S. Venere per il borgo costiero. Borgo di S. Venere nel quale, evidenziamo noi, si distingue anche la figura istituzionale del “Delegato Municipale della borgata”. D'altronde si ritene importante sottolineare che questa delibera del '31 è firmata dallo stesso amministratore che da sindaco tanto si spese per l'adozione del nuovo nome di Vibo Valentia, e che altrettanto volentieri si sarebbe speso per utilizzare il nome nuovo (Vibo Marina, per l'appunto) al borgo costiero, se - immaginiamo - fosse stato possibile.
Non so se i giovani protagonisti della vicenda siano ancora viventi (forse no, ma a scoprirlo possono aiutarci i nostri affezionati utenti del web) certamente però, per una strana ed inspiegabile bizzarria del caso, a loro non è sopravvissuto il nome della borgata natia, Porto S. Venere appunto.
Le ragioni sono tutte da scoprire, anche se non mi meraviglierei se queste fossero in qualche modo legate, anche soltanto cronologicamente, all'avvio della stagione delle grandi vendite demaniali per fini industriali, che tanta ricchezza hanno portato nelle casse del nuovo comune di Vibo Valentia.
Continuiamo le ricerche d’archivio?
Commenti
chi l'avrebbe mai detto...il nome è sempre stato lo stesso e chissà come è avvenuto questo cambio? sono curiosa...
Stavo valutando se esistono gli estremi giuridici per fare una denuncia contro ignoti per furto di toponimo!
Una dettagliata indagine è necessaria.