LA STAZIONE DI PORTO SANTA VENERE ED I FERROVIERI DEL PASSATO

Era una stazione ben curata, con il giardino fiorito e con la vasca dei pesci rossi.
C'erano ancora le locomotive a vapore, il capostazione con il suo berretto rosso, i manovratori con la lanterna ad olio, il telegrafo, gli scambi manuali. Sulla facciata compariva una scritta: Monteleone Calabro-Porto Santa Venere, a testimoniare che lo scalo ferroviario serviva due centri ben distinti e diversi anche nel nome.
Con il trascorrere degli anni la stazione assume sempre maggiore importanza, facendo registrare un movimento di 95 treni al giorno.
Nel corso del secondo conflitto mondiale, la zona ferroviaria, al pari di quella portuale , diventa un obiettivo militare. Forse ai politici di oggi può anche sfuggire l'importanza strategica di Porto S.Venere, ma certamente non sfuggì allora ai comandi militari alleati che la fecero oggetto della loro "attenzione", anche perché al traffico ordinario dei treni si era infatti aggiunto quello straordinario delle tradotte militari italo-tedesche per trasferire in Sicilia uomini e mezzi di ogni tipo al fine di contrastare lo sbarco degli anglo-americani che si annunciava imminente. Si calcola che il movimento dei treni nella stazione di Vibo Valentia (il nome era ormai stato cambiato) fosse di oltre 150 convogli al giorno.
La stazione era spesso sorvolata a bassa quota da "Pippo", il famigerato aereo da ricognizione inglese che non disdegnava di scaricare anche raffiche di mitragliatrice in tutte le direzioni.
Il suo fu un lavoro di preparazione al bombardamento del 12 aprile 1943, che non si limitò a colpire gli obiettivi militari, ma prese di mira anche il centro abitato. L'incursione aerea non fu di tipo "chirurgico" come si direbbe oggi, ma fu un bombardamento terroristico; in quell'attacco persero la vita 53 civili, fra cui molti bambini.
Finita la guerra, venne l'ora della ricostruzione e la stazione divenne uno degli scali ferroviari più importanti della linea Battipaglia-Reggio Calabria.
Ma a noi piace ricordare quella locomotiva ferma sui binari della stazione di Monteleone-Porto S.Venere in una sbiadita foto (rarissima) degli anni Venti.
I ferrovieri che prestarono servizio appartengono al nucleo storico della nostra comunità. Qualche nome da ricordare:
il capostazione Alfredo Piro (nella foto al suo posto di lavoro), padre dell'ammiraglio Lello Piro che ha mantenuto nel tempo strettissimi legami con il suo paese d'origine; il capostazione Satriani, padre del compianto dottore Mimmo.
Ed ancora: Romeo, Scaldaferri, Basile, Mellino, Simonetti, Restagno, De Seta, Curcio, Galastro, Altomonte, Meola, quest'ultimo vittima di un incidente sul lavoro nel dopoguerra.

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