ECCO IL "PIANO VERSACE".


Commissario Delegato per l'Emergenza Idrogeologica nella Provincia di Vibo Valentia (OPCM N.3531 del 7 luglio 2006).
Piano di interventi infrastrutturali di emergenza e di prima sistemazione idrogeologica nei comuni della Provincia di Vibo Valentia colpiti dagli eventi atmosferici del 3 luglio 2006


Tutti ne parlano ma ben pochi lo conoscono: è lui, il fantomatico PIANO VERSACE.
Oggi il sito del futuro secondo comune della provincia dà un piccolo esempio di trasparenza pubblicando le sue parti più salenti ad uso di ogni cittadino della città!
E’ fuor di dubbio che il nostro destino è legato alla conoscenza dei suoi contenuti, al finanziamento degli interventi ipotizzati… eppure, a parte l’uso retorico nel politichese corrente, nessuno si è adoperato per divulgarlo, confrontarne gli esiti con lottizzazioni, permessi edilizi, lavori urbani ed extraurbani. Lo si cita da due anni nelle sale consiliari, circoscrizionali, nelle piazze… ma con la scusa che non è stato finanziato lo si è messo da parte, con la scusa che le cose da fare sono complesse… non lo si finanzia, con la scusa che nessuno lo conosce si continua a cementificare la collina e la costa.
Eppure, anche ad una poco attenta lettura, si intuisce il perché il Piano è nascosto nel silenzio: l’applicazione delle sue analisi comporterebbe un’inversione di tendenza nella gestione del territorio! A prova di ciò, concludendo, ne cito alcuni brani della Relazione Generale:
Il reticolo idrografico che attraversa il territorio di Vibo Valentia (…) è stato negli anni profondamente alterato da interventi di natura antropica che hanno ristretto, deviato, ostruito molti percorsi naturali riducendo nel complesso in modo significativo l’officiosità idraulica dei diversi collettori. Per molti anni, per effetto del particolare regime pluviometrico della zona, i fossi convogliano portate irrisorie e questo ha potuto indurre a ritenere eccessive le loro dimensioni e a considerare sostanzialmente privo di effetti un loro significativo ridimensionamento. Si è perciò proceduto con leggerezza a realizzare tombini di dimensione modesta e a creare diversioni e collegamenti che è difficile ricostruire. (…) In occasione di eventi meteorologici intensi anche se non necessariamente così violenti come quello lamentato il 3 luglio scorso, il sistema idrografico mostra tutta la sua inadeguatezza producendo danni rilevanti e pericolo elevato per l'incolumità delle persone. (…) Il sistema di smaltimento naturale delle acque piovane subisce ulteriori distorsioni per almeno altri due motivi. In primo luogo le diverse frazioni e quartieri che compongono il tessuto comunale non hanno un adeguato sistema di smaltimento delle acque piovane. Le reti fognarie sono di tipo misto, prevedono scaricatori di piena che versano le acque di esubero nel sistema idrografico fin qui analizzato. In alcune zone manca del tutto un sistema di collettamento delle acque piovane che quindi scorrono disordinatamente sul territorio e trovano, in modo autonomo ma caotico, la loro strada per raggiungere il sistema idrografico. A questo deve aggiungersi lo scarico delle acque in uscita dai depuratori, che interessano anche esse il reticolo idrografico. Si tratta di quantitativi di acqua rilevanti, attesa la sostanziale impermeabilità delle aree da cui provengono e la loro rilevante estensione.
In particolare, una gran parte del centro storico e antico di Vibo contribuisce a questo incremento di portata. Il risultato finale è che, in occasione di piogge intense, il sistema di drenaggio, palesemente inadeguato, subendo una sollecitazione formidabile, risulta interessato da portate molto maggiori di quelle che potrebbero defluire normalmente. La seconda causa di distorsione è legata al sistema viario. Strade nazionali, provinciali e comunali attraversano il territorio ed intersecano il sistema idrografico, con un duplice effetto: si hanno numerosi attraversamenti che, come si è detto, sono spesso insufficienti, e tendono a creare flussi idrici incontrollati che, raccogliendo le acque provenienti dai versanti, le scaricano in modo caotico e innaturale in fossi e fiumare diverse da quelle che avrebbero dovuto naturalmente convogliarle. Quando fenomeni di questo tipo si verificano sui versanti, l’effetto prevalente è quello dell’innesco di fenomeni di erosione e di frana che possono evolvere in colate di fango e detriti con effetti terribili sull’incolumità delle persone.”
A voi, dopo una attenta lettura dell'intera relazione, ogni ulteriore deduzione.
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Commenti

calabrisella ha detto…
è scioccante constatare che il problema idrogeologico risale già dagli anni '20 e che sia stato sempre ignorato, in particolare la zona più colpita è stata quasi sempre Vibo Marina.
Quanti soldi risparmiati se si fosse intervenuto per tempo!
EOS ha detto…
così come è scioccante pensare alle vittime di ieri ed a quelle possibili di domani! Se si eleverà il grado di informazione forse si potrà, finalmente, agire con la consapevolezza che "abbiamo più di un problema serio" da affrontare senza approssimazioni. Divulghiamo la notizia sulla nostra iniziativa di rendere pubblico il Piano Versace... mandiamo mail e link a quanti conosciamo... dovrà essere quasi una missione!
Anonimo ha detto…
tutto qui il piano versace? da come se ne è parlato si pensava ad un risanamento ab imis. Io e qualche altro illuso come al solito abbiamo preso lucciole per lanterne. Roberto
EOS ha detto…
Concordo con la tua riflessione. A prima vista sembra il risultato di una breve ricognizione sui luoghi unito ad una nota spese per gli interventi di messa in sicurezza. Però quei quasi 87 milioni di euro da spendere in tre fasi, uniti ai dati storici alluvionali, rivelano qualcosa di più: le gravi condizioni di rischio a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Si può evitare di prenderne atto?
Anonimo ha detto…
necessita di verificare:)

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