CERIMONIE INAUGURALI? COSE D'ALTRI TEMPI!

Ringraziamo Enzo per averci inviato una foto del Marzo 1957 , che ritrae il momento, storico per noi, dell'inaugurazione del mercatino rionale di Vibo Marina (nella foto il sindaco Buccarelli Libero è accompagnato dal suo predecessore - ed in seguito successore - Murmura Antonino) .

Non siamo certo dei nostalgici delle cerimonie inaugurali, non va taciuto però che la "definitiva fine" della pratica consegna cerimoniale, con tanto di sindaco, parroco e personalità istituzionali, coincida con un'epoca, quella attuale, in cui un'opera pubblica resiste intatta poco più di un anno! Possiamo citare la realizzazione della piazza di via M. Bianchi, fatta e rifatta nuovamente in due legislature, da nessuno inaugurata ed oggi in pessime condizioni... così come lo sono tutte le opere realizzate dall'amministrazione comunale: il recupero dei corsi principali del centro storico di Vibo Marina, la villetta giochi, il pezzetto di lungomare del Pennello, l'ultimo pezzetto fatto dietro il Molo Verde, il Mercato settimanale, e molte altre opere.

E' quasi come se fosse diventato più importante chiudere il cantiere, pagare un SAL, saldare l'appalto... che consegnare alla cittadinanza un'opera pubblica utile e preziosa.
E' come se saldati i conti economici l'opera realizzata abbia esaurito il suo senso.
E' da decenni che un sindaco di Vibo non istituzionalizza, con una cerimonia inaugurale, la fine della costruzione di un'opera pubblica realizzata Vibo Marina, eppure non sono mancate le occasioni a Iannello, D'Agostino, Costa o Sammarco (solo per citare gli ultimi sindaci in ordine di tempo). La riflessione diventa più amara osservando lo stato di degrado dei luoghi pubblici realizzati: panchine divelte, verde incurabile, piastrelle saltate, giochi rotti, lampioni senza lampadine, vasi ornamentali di cemento o plastica usati più per "recintare zone di pertinenza" commerciale che valorizzare il valore pubblico dell'intervento; e chi più ne ha più ne metta!
E' solo colpa di teppistelli incivili e disadattati? O è perchè non li si percepisce come "opere che appartengono a tutti"? Quanti adulti richiamerebbero, vendendola, l'azione vandalica di un ragazzino?
Oggi tutto è in mano a tecnici che progettano sulla carta, senza conoscere nulla dei luoghi e delle risorse! Forse riprendere l'uso di condividere la progettazione di un'intervento pubblico con la cittadinanza potrebbe rinsaldare un legame tra bene pubblico e collettività; così come riappropriarsi di gesti inaugurali simbolici di consegna ai cittadini potrebbe far emergere l'orgoglio di aver fatto un buon lavoro e far soccombere quel sottile dubbio che sia stata fatta una cosa inutile, giusto per spendere quanto elargito "da altri".
Si rincorre il finanziamento regionale, statale, comunitario... trascurando di verificare i bisogni e rimuovendo tutto il bello dell'opera pubblica, compresa la cerimonia di consegna, quella che i sociologi definiscono "simbologia del traguardo raggiunto"! Evento che unisce, rinsalda relazioni, educa al senso d'appartenenza!
A peggiorare le cose poi c'è il vibocentralismo, che dedica alla città montana l'infrastrutturazione per servizi (uffici, sanità, scuole, etc.) relegando quelle di mero "abbellimento" alle frazioni costiere. Fumo spesso ritenuto inutile rispetto all'arrosto che manca! Anche il mercato coperto (mai inaugurato) costruito nei pressi della stazione, è oggi distrutto ed inutilizzabile.
Il vecchio mercato rionale invece... è sopravvissuto a decenni d'utilizzo, tra mercati settimanali, feste di paese e deposito attrezzi dei netturbini! Anch'esso è stato oggetto di un intervento di restauro, che lo ha quasi monumentalizzato... e da mesi si attende mestamente la sua consegna.
E' lì... si attende pazientemente, condegna che avverrà certamente, prima o poi!
All'improvviso si vedranno i fruttivendoli ed i pescivendoli animarlo con le loro offerte, venderci dentro i loro prodotti, e da ciò si capirà che l'opera è finita! Inutile attedersi altro... scordatevi di poter assistere quel giorno ad una cerimonia inaugurale con tanto di parroco, sindaco e... senatore!

NB: L'anno scorso, a pensarci bene è stata inaugurata la nuova scuola elementare di Bivona, con la presenza di Lojero e Calarco, ma quella scuola aveva appunto una "carica simbolica", legata com'è all'alluvione 2006! E ritorniamo così al valore dei simboli.

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