Dopo 50 anni di devastazioni si volterà pagina?
Dopo 50 anni di assenza,di silenzi,di indulgenze, di accondiscendenza, lo Stato ha avuto un sussulto, dimostrando di essere vigile e presente nell'affermare i princìpi della legalità e del diritto. Per troppo tempo si é assistito ad ogni sorta di scempio, di deturpazione, di saccheggio ai danni di un luogo che la natura aveva indicato per far nascere un centro portuale moderno e accogliente.
Era il 27.2.1793 quando Giuseppe Maria Galanti, che fu il più illuminato interprete dei bisogni del Regno di Napoli, così scriveva, nelle ssue "Relazioni", ad Acton, ministro della Marina:"...di un porto idoneo a costruirsi in un luogo molto opportuno che la Natura ci ha additato quasi in mezzo alla lunga costa da qui a Messina, la quale, per lungo corso di 300 miglia, é del tutto mancante del menomo sicuro ricovero de' bastimenti. Il luogo si chiama Santa Venere e merita molta attenzione."
Se fosse ancora in vita, il Galanti potrebbe vedere l'esito infausto della sua esortazione: quel luogo che tanto lo aveva favorevlmente impressionato, invece di svilupparsi come un moderno centro portuale, é stato trasformato in un incredibile coacervo di "industrie" abbandonate, depositi petroliferi in pieno centro abitato, edifici abusivi, degrado ambientale , il tutto con devastazione dello splendido arenile esistente. Le istituzioni, che avrebbero dovuto programmare e guidare lo sviluppo, si sono rivelate non all'altezza del compito. Ad iniziare dal secondo dopoguerra, venne compiuta una pesante e sistematica devastazione del territorio nella generale indifferenza, favorita da una politica di stile colonialista. Dov'era la Capitaneria di Porto, organo istituzionalmente preposto a vigilare sul demanio marittimo? Dov'era la magistratura quando venivano compiute attività macroscopicamente contra legem? Dov'era il Comune quando c'era bisogno di una lungimirante programmazione urbanistica e di una decisa azione di difesa del territorio sotto l'aspetto idrogeologico?
Ma chi si volge a guardare il passato non ha futuro davanti a sé. E allora guardiamo al futuro, auspicando che la recente attività della magistratura non rimanga un episodio isolato ma costituisca il prodromo di un'azione più incisiva e generalizzata per fare in modo che l'attenzione verso la nostra porto Santa Venere non sia solo quella degli speculatori.
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