ITALCEMENTI: LA PROVINCIA DI VIBO PROPONE ALL'AZIENDA L'USO DEL "CDR-?".

Nei giorni scorsi, nella sede della Provincia di Vibo Valentia, si è svolto un incontro molto interessante tra l'Italcementi, i sindacati ed i nostri amministratori provinciali (per il resoconto vedi articolo di CalabriaOra). L'Italcementi tranquillizza sui suoi investimenti nella nostra area, dunque nessun problema: in tempi di crisi economica, basta far intravvedere scenari ancora più neri del PetCoke, e tutti rinunceranno a porre domande sull'uso del territorio.
Quell'incontro però, stando ai resoconti di stampa, si sarebbe concluso a sorpresa. Già! Sembrerebbe che sia stato proprio "il presidente De Nisi, che ha colto l’occasione per avanzare una proposta operativa destinata a consolidare l’attività di Italcementi nel Vibonese: conferire alla cementeria il CDR prodotto dal nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti che sarà presto realizzato. La proposta (...) ha avuto immediato accoglimento da parte dell’azienda e di sindacati, che hanno intravisto in questa opportunità la possibilità di rafforzare la capacità produttiva dello stabilimento, contribuendo nel contempo ad una piena autonomia territoriale del ciclo dei rifiuti."
L'idea non è nuova, molte cementerie già la praticano in Italia; la stessa fabbrica l'aveva proposta tempo addietro, addirittura proponendo il CDR-P (da pneumatici), ed in linea di principio non sarebbe neanche errata se... se in Calabria si producesse già un CDR certificato (solo al CDR-Q ci auguriamo si riferisse il presidente) o se il previsto (ma ancora inesistente) impianto vibonese sarà in futuro in grado di produrlo o se l'intera procedura fosse posta sotto il controllo del Nucleo VIA-VAS-IPPC regionale che dovrà, prima o poi, rilasciare la necessaria AIA, l'Autorizzazione Integrata Ambientale (sul come fare vedere Regolamento Regionale) alla cementeria al pari dell'impianto di produzione CDR, che in questa fase possiamo definire "CDR-?".
Non abbiamo notizie certe in proposito... perciò da oggi cercheremo informazioni più dettagliate, il tempo c'è, visto che è uno scenario futuro. In ogni caso và sin d'ora rivendicato il ruolo degli abitanti delle attuali frazioni, anche perchè scelte di questo tipo non potranno che essere partecipate e condivise, ed in particolare dai cittadini del territorio costiero ma, cosa più importante, inserite in un PATTO TERRITORIALE VERSO UN SISTEMA DI COMPENSAZIONI AMBIENTALI mai rivendicato in passato dagli enti locali, un patto collettivo che preveda procedure verificabili, informazioni ed iniziative a favore della collettività (salute, ambiente, lavoro).
Lo prevedono le leggi e lo consiglia il buon senso.

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