ITALCEMENTI E L' "AMBIENTE": CODICE ANTIMAFIA E BONIFICA.

Continuiamo a fornire informazioni sulla Italcementi, azienda che non a torto è considerata il "fiore all'occhiello" dell'economia vibonese, soffermandoci oggi sul suo "codice antimafia", spinti non solo dal bisogno di tentare di comprendere i complessi aspetti della tutela della salute e del territorio per quanto accade oggi ma anche per quanto potrà accadere domani.
Ricordiamo infatti che in questi giorni si fanno sempre più insistenti le voci che confermano la presentazione, da parte della Italcementi, agli enti locali di una SIA (Studio d'Impatto Ambientale) sulla parziale sostituzione del combustibile petcoke con CDR (rifiuti) e PFU (pneumatici), percui è a questo punto vitale per tutti noi comprendere quali strumenti sono offerti - dalla azienda e dalle norme - alla comunità locale per influire positivamente nel percorso autorizzativo, a tutela della comunità. Anche della SIA ci stiamo informando ed appena avremo informazioni e documenti li metteremo a vostra disposizione.

Ritorniamo al Codice Antimafia”, predisposto nel dicembre 2007 dalla Italcementi “per prevenire i rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende operanti nelle aree a rischio (vedi Calabria) del nostro Paese e redatto in collaborazione con Pier Luigi Vigna (magistrato; dal 1997 al 2005 ha ricoperto l’incarico di Procuratore Nazionale Antimafia), Giovanni Fiandaca (professore ordinario di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Palermo) e Donato Masciandaro (professore ordinario di Economia Politica e titolare della Cattedra di Economia della Regolamentazione Finanziaria presso l’Università Bocconi di Milano).
Sulle ragioni che hanno spinto all'adozione di questo importantissimo Codice, concepito da una grande impresa per "coniugare la logica del profitto con la necessità di tener conto di realtà territoriali", vi rimandiamo ad un articolo del Corriere della Sera. Positivissimo il fatto che l'azienda abbia deciso di adottarlo e ci auguramo che questo strumento venga adottato da tutte le grandi aziende della regione, divenendo un patrimonio comune di ogni attività imprenditoriale.
Tra i tanti punti iteressanti ed efficaci del codice (potete scaricare il documento intero a questo link) vi segnaliamo, riportandolo per intero, un solo punto, e che secondo noi in qualche modo potrebbe favorire il "supporto responsabile" dell'Italcementi nel sostenere i costi necessari per mettere in sicurezza l'area di stoccaggio, messa in sicurezza ormai obbligatoria anche se domani decidesse di adottare un altro combustibile:

"38 - Qualora il fornitore svolga un’attività per la quale (o per parte della quale) siano necessarie autorizzazioni, permessi, licenze o concessioni ed il rapporto da instaurare con l’impresa ricada nell’ambito delle attività a cui le autorizzazioni, i permessi, le licenze o le concessioni si riferiscono, la consegna della documentazione corrispondente costituisce requisito indispensabile per l’instaurazione di qualsivoglia rapporto e per l’iscrizione nella lista dei fornitori qualificati."


Completiamo il post riportando il comunicato di Legambiente Calabria pubblicato stamani su CalabriaOra, nel quale si ribadisce la necessità di adoperarsi al più presto per la bonifica dell'area, prima che il danno ambientale diventi più grave.


link utilizzati:
http://www.complianceaziendale.com/
http://cid5cecd84c5c17afbc.skydrive.live.com/self.aspx/ComplianceAziendale.com/CodiceAntimafiaItalcementi.pdf
http://www.italcementigroup.com/NR/rdonlyres/A54768D9-9A37-43BE-B2AC-3864C3DAC74B/0/Comunicato_30gennaio_Calcestruzzi_arresto_ITA.pdf
http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/31/Gestione_esemplare_tribunale_restituisce_cantieri_co_9_080731123.shtml
http://www.calabriaora.it

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