PETCOKE: ANCHE IL DEPOSITO NON SE LA CAVA! LA MAGISTRATURA SEGNALA UN'ALTRA AREA DEL NOSTRO TERRITORIO DA METTERE PRESTO IN SICUREZZA!

"Nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria coadiuvati da militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia ed i Finanzieri della Stazione Navale di Vibo Valentia Marina, coordinati dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, davano esecuzione al decreto di sequestro preventivo di un deposito di Pet-Coke sito in Porto Salvo.


Servizio Giornalistico di CalabriaTV

Le indagini consentivano di accertare che in loco venivano stoccati ingenti quantitativi di Pet-Coke, senza adottare le necessarie misure per evitare la dispersione nell'ambiente circostante, di polveri sottili altamente nocive alla salute, contenenti elevate concentrazioni di Vanadio e Nichel, metalli pesanti che se immessi nell'ambiente possono nuocere alla salute e possono produrre inquinamento di aria, acqua e suolo.
Infatti nella scheda di Sicurezza del prodotto importato, unitamente ai componenti chimici della sostanza - ottenuta dal processo di condensazione per pirosciscissione di residui petroliferi pesanti ed oleosi, costituita da idrocarburi aromatici policlinici ad alto peso molecolare con un elevato tenore di carbonio e basso contenuto di ceneri - risultano descritti gli effetti dannosi per la salute derivanti dall'inalazione ovvero esposizione, con conseguenze ancora più gravi in caso di esposizione a lungo termine. L'odierno sequestro trae origine dagli esiti dell'attività investigativa avviata nel mese di settembre 2008 dalla locale Stazione Navale della Guardia di Finanza, coadiuvata successivamente dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria. I Numerosi servizi di osservazione e di monitoraggio espletati nel porto di Vibo Marina nel corso delle indagini - in occasione dell'arrivo di due motonavi battenti bandiera panamense e greca, cariche di Pet-Coke, provenienti dal Venezuela e dagli U.S.A. - hanno consentito di accertare che il citato scarto di lavorazione del petrolio, veniva sbarcato nel porto di Vibo Marina per essere poi stoccato all'interno del deposito oggetto del sequestro, in attesa del suo utilizzo presso i cementifici della zona, quale combustibile per forni di alto potere calorifero. Le indagini espletate accertavano che la Ditta preposta allo stoccaggio non adottava tutti gli accorgimenti necessari ad evitare che tale residuo della lavorazione del petrolio si disperdesse nell'ambiente circostante, in quanto: vi era una notevole presenza di polveri sottili che dimostra l'inadeguatezza dei meccanismi di abbattimento; le barriere poste all'ingresso del sito risultavano inadeguate a trattenere detto materiale specie in presenza di abbondanti eventi meteorici; il sistema di raccolta delle acque cariche di Pet-Coke era del tutto inidoneo a svolgere una reale funzione di drenaggio del consequenziale ruscellamento.
Ciò, pertanto, rende inevitabile il prosieguo dell'attività di stoccaggio senza le necessarie precauzioni atte ad evitare la dispersione incontrollata delle polveri sottili, fatto questo che risulterebbe gravemente dannoso per la salute delle persone del territorio vibonese. Veniva, altresì, accertato che durante la fase di scarico e movimentazione all'interno del porto di Vibo Valentia Marina, ubicato in pieno centro urbano, le polveri del Pet-Coke si diffondevano per l'intero ambiente circostante, depositandosi sui balconi delle abitazioni, sui panni stesi, sulle macchine, agli ingressi di attività produttive e commerciali oltre che, ovviamente, sulla stessa banchina e nel mare, in violazione di tutte le prescrizioni impartite dall'Autorità Portuale, che successivamente disponeva la sospensione di tutte le operazioni di sbarco/imbarco e la movimentazione sotto qualunque forma di questo prodotto derivato dallo scarto del petrolio. Quattro gli avvisi di garanzia emessi. Vi sono tuttora in corso indagini della Procura della Repubblica di Vibo Valentia volte ad individuare le singole responsabilità".

Comunicato Stampa - Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente

Esprimiamo tutto il nostro ringraziamento alla Gdf di Vibo Marina, al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri ed ai magistrati vibonesi per l'impegno con cui perseguono la tutela della salute dei cittadini e l'attenzione con cui vigilano su attività che, se non ben svolte, possono arrecare gravi danni alla salute dei cittadini.
Un GRAZIE lo esprimiano anche a nome di tutti i bambini di Vibo Valentia, Vibo Marina, Portosalvo, Longobardi, S. Pietro, Bivona, Triparni... (compresi i figli di quanti ruotano intorno al ciclo di "in/gestione" del petcoke) che vi sono grati per un atto che dimostra come sia ancora possibile operare e sperare, anche in questa città quotidianamente vilipesa... per una vita migliore!

Commenti

Anonimo ha detto…
Se quel deposito era così pericoloso, come mai chi lo ha autorizzato non se ne è mai accorto?
EOS ha detto…
Non credo questa sia una cosa così importante da far sottostimare il principio che oggi merita di essere messo in risalto:
la salute dei cittadini non può mai essere subordinata ai ricavi aziendali.
F.sco Contartese ha detto…
Complimenti alla procura. Presieduta da Spaguolo.

Speriamo che finisce questo sbarco di Pet-coke in centro urbano.
F.sco Contartese ha detto…
Complimenti alla procura. Presieduta da Mario Spagnuolo.

Speriamo che finisce questo sbarco di Pet-coke in centro urbano.
EOS ha detto…
Per ora è finito e speriamo che presto venga messa in sicurezza l'area di stoccaggio.
calabrisella ha detto…
Credo che un grazie di cuore vada anche al lavoro di attenzione e segnalazione fatto dal Comitato per l'autonomia senza il quale probabilmente non si sarebbero mai avviate le indagini. e poi grazie alla GdF, alla magistratura e a quanti hanno lottato fino alla fine per il diritto alla salute dell'uomo e dell'ambiente.
Siete un bene prezioso.
EOS ha detto…
Grazie a te! Il problema serio è che ad oggi qualsiasi argomento affrontiamo, che riguardi direttamente o indirettamente il governo del territorio, si rivela da noi un argomento esplosivo, spesso talmente grave da non poter essere ignorato da nessuno, forze dell'ordine comprese.
Affrontiamo questi o altri "punti di crisi" con l'intento di richiamare chi ha delle responsabilità gestionali, amministrative o politiche, di assumersele pienamente, con la convinzione che se si evidenziano prima si possa avere il tempo ed i modi per trovarne soluzioni. Invece accade il contrario: il problema viene negato e rimosso finchè un intervento della magistratura non ne sancisce i risvolti penali.
Ci piacerebbe che dalle nostre parti la prassi della democrazia e dell'etica della responsabilità venisse percorsa ben prima di un avviso di garanzia: solo se questo avverrà un grazie potrà essere ben accolto! Altrimenti presto ci toccherà scrivere solamente di tarantelle e mustazzoli...

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