MEMENTO HOMO, QUOD PULVIS ES ET IN PULVEREM REVERTERIS!

E' vero! La nostra cementeria non sarà nè la prima nè l'ultima a bruciare rifiuti ed in tal senso dare un'occhiata a quanto accade in altri luoghi è determinante per comprendere il problema e porre in anticipo le dovute cautele. Ed il web in ciò aiuta: abbiamo "pescato" un comunicato congiunto firmato dai comuni di Paderno d’Adda, Calusco d’Adda, Villa d’Adda, Sotto il Monte, Giovanni XXIII, Terno d’Isola, Solza, Medolago, Suisio, Robbiate, Verderio superiore, Verderio inferiore, Merate, Imbersago, Cornate d’Adda, Provincia di Lecco, Parco Adda Nord, PLIS Monte Canto, Legambiente Bergamo, Agenda21 Isola Dalmine Zingonia (Conferenza stampa 28 febbraio 2009 a Calusco d’Adda), che riportiamo integralmente a favore dei nostri amministratori (in particolare quelli della Provincia), oltre che per i cittadini vibonesi:

"Non crediamo ci siano validi motivi perché Italcementi non rispetti gli impegni presi con il territorio negandoci le compensazioni ambientali!

Oggi purtroppo, un esempio di relazioni tra una grande azienda come Italcementi - con un impianto molto impattante come la cementeria di Calusco d’Adda - ed il territorio circostante, rappresentato da una dozzina di Amministrazioni Comunali, da tre Province, da un Parco Regionale e da associazioni ambientaliste e sindacati, rischia di essere definitivamente compromesso dalla unilaterale decisione di Italcementi di rinviare sine die la definizione delle compensazioni ambientali da dedicare finalmente al territorio.
Italcementi gestisce la cementeria di Calusco d’Adda dagli anni ‘20. Quattro anni fa la parte principale dell’impianto è stata rifatta aumentandone l’efficienza e la redditività trasformando tra l’altro la cementeria anche in un inceneritore di rifiuti deturpando però irrimediabilmente il territorio circostante.
Come riportato anche da un recente comunicato stampa della stessa Italcementi, per decenni, fino al nuovo impianto appunto, Italcementi ha inquinato tra le due e le 10 volte più di quanto non faccia adesso; ha sfruttato le cave del territorio cambiandone definitivamente il paesaggio senza offrire per questo alcuna forma di compensazione al territorio stesso.
Finalmente, faticosamente con l’introduzione dell’uso dei rifiuti urbani come carburanti, i rappresentanti del territorio sono riusciti a proporsi come interlocutori di Italcementi.
Peccato però che Italcementi si sia dimostrata assolutamente inaffidabile: una volta ottenuta la sostanziale accettazione degli enti locali all’utilizzo appunto dei rifiuti solidi urbani nell’impianto di Calusco, ha deciso unilateralmente di non rispettare gli accordi presi e di rinviare, a data da destinarsi, la definizione delle compensazioni ambientali che ci attendevamo da anni.
La motivazione di questa decisione ci sembra ancora più sconcertante: Italcementi non ha fondi da destinare al territorio a causa della crisi che negli ultimi mesi si è abbattuta sull’economia mondiale.


Visualizzazione ingrandita della mappa


Da anni, quando il mercato del cemento era florido, attendevamo queste compensazioni; perché Italcementi non ha provveduto prima della crisi a prevedere a bilancio i fondi necessari per le compensazioni ambientali?
Francamente facciamo inoltre fatica ad immaginare che una multinazionale che al 30 settembre scorso aveva dichiarato [fonte “Resoconto Intermedio di Gestione” ItalcementiGroup] un utile ante imposte di oltre 460 milioni di euro non riesca a trovare qualche briciola di quella enorme cifra da reinvestire sul territorio invece che restituirla agli azionisti.
Crediamo purtroppo, che al di là delle tante belle parole e dichiarazioni di principio sentite in questi anni, non vi sia da parte di Italcementi la volontà di affrontare con coraggio la questione di come ripagare un territorio da cui Italcementi ha preso molto ma a cui oggi non sembra intenzionata a restituire nulla.
Ci sembra offensiva e immotivata la caparbietà con cui l’azienda si rifiuta di definire persino il valore economico complessivo delle compensazioni, che consentirebbe di valutarne la reale incidenza sul bilancio e sugli investimenti e di capire se stiamo discutendo di reali difficoltà o di mancanza di serietà.
Le amministrazioni locali pertanto esprimono il proprio disappunto per questa incomprensibile scelta di Italcementi; chiedono un rapido ripensamento alla società."


Per riflettere sui tempi e modi della amara esperienza espressa dai tanti enti citati vi rimandiamo ai due link di riferimento:

1) http://calusco.blogspot.com/2009/04/non-crediamo-ci-siano-validi-motivi.html

2) http://terradadda.splinder.com/post/19963479/Calusco%3A+il+tavolo+tecnico+per

INFINE UN LINK ISTITUZIONALE:

Vuoi sapere quali sono le imprese della tua provincia che inquinano maggiormente l'aria?
Entra nel sito dell' Apat con questa semplice procedura:
vai al sito http://www.eper.sinanet.apat.it, clicca su Registro Ines, scorri la pagina fino a Guida alla consultazione, Selezione Ricerca per complesso industriale e seleziona la provincia di Vibo Valentia.
Per vedere cosa viene emesso a livello di quantità annue clicca sull'unico stabilimento che compare (la nostra cementeria link diretto), ed ora controlla la differenza tra i valori delle emissioni totali (espressi in Mg/anno ovvero tonnellate/anno) ed i valori di soglia.
Purtroppo tra il 2002 ed il 2005 (unici dati presenti) tale differenza - sarà senz'altro disinformazione - è tutta a nostro discapito!

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