CROCE ROSSA ITALIANA: RACCOMANDATA LETALE E RACCOMANDATI NAVALI!

La notizia è di quelle che fanno male, perché dimostra non solo quanto la nostra comunità costiera sia marginale nelle politiche sociali ma rivela prepotentemente una malcelata volontà a mantenerla sempre e comunque marginale!
Da una Raccomandata inviata dalla Capitaneria di Porto al Gruppo di Volontari CRI di Vibo Marina apprendiamo che da questa settimana il gruppo non ha più una sede, e quindi rischia la definitiva fine delle sue attività. Avevamo salutato con grande entusiasmo l’estate scorsa all’assegnazione di un immobile demaniale per consentire l’apertura di una sede CRI nell’area costiera vibonese; avevamo atteso che si raggiungesse un numero utile per un efficace gruppo di volontari locali; avevamo assistito al loro impegno formativo ed all’avvio delle prime iniziative di sostegno sociale e sanitario ed ora … all’avvio dell’estate, quando erano in procinto di fornire più efficacemente il loro prezioso contributo alla comunità, il Gruppo ha dovuto chiudere la sede e consegnare le chiavi Capitaneria!
Ma l’evento è reso ancora più amaro dalle motivazioni per cui ciò accade, che emergono in tutta la loro cruda violenza dalla lettura della raccomandata:
in pratica la Delegazione Provinciale di Vibo Valentia della Croce Rossa Italiana, con un eccesso di zelo valutativo, ha valutato inutile il Gruppo di Volontari di Vibo Marina (?) ed utile il Gruppo della Lega Navale (?). In virtù di tale valutazione la Delegazione Provinciale della CRI raggiunge “una intesa di collaborazione” con il gruppo locale della Lega Navale, consentendo che “l'immobile in argomento venga utilizzato dalla Lega Navale Italiana, Delegazione di Vibo Valentia”! La Lega, come fosse gia concessionaria dell'immobile, con una nota rende edotta la Capitaneria ... e la Capitaneria? Non può far altro che scrivere alla CRI di Vibo Marina!
Immaginate le facce sgomente dei crocerossini volontari locali all’apertura della raccomandata? In un solo (1/uno)giorno scoprono di essere valutati quanto “un nulla” dai loro superiori provinciali, che avrebbero dovuto consegnare la sede ai più “validi” uomini della Lega Navale e … dulcis in fundo “entro 7 (sette) giorni dal ricevimento (…) sgomberare i locali, rimuovere le insegne e consegnare le chiavi di ingresso” in Capitaneria!
Ovviamente bene ha fatto la Capitaneria a richiedere la consegna delle chiavi immediatamente dopo aver letto l'inattesa nota inviatale della Lega Navale, Delegazione di Vibo Valentia, del 22.06.2009, incui si comunica l'accordo: se la stessa CRI Provinciale dichiara di non avere nessun interesse per l'immobile (tra l'altro gratuito), nè alcun aderente in loco che si adopera per attuare “finalità di superiore interesse pubblico” non aveva alternativa al suo immediato "rientro in possesso" piuttosto che chiudere gli occhi rispetto ad un suo uso improprio!
E così una "collaborazione" decisa a Vibo, penalizza ancora una volta, in maniera eccessivamente negativamente, l'area costiera e la sua comunità!
Già oggi quell’immobile è vuoto, così come vuoto e nullo si manifesta il valore della nostra comunità!
Un ennesimo atto verticistico, una intesa che rivela la pochezza valoriale dei protagonisti (oltre che ignoranza delle norme) e che manifesta il consueto e malcelato vibocentrismo, priva definitivamente la comunità costiera di un luogo in cui gli stessi cittadini, anche con i loro limiti, stavano sperimentando percorsi di solidarietà sociale e sanitaria!
E ora? Ora che la correttezza istituzionale impedisce una consegna alla Lega Navale, quei locali ritorneranno ad essere chiusi? Non avranno più l'utilizzo sociale prima sancito? Ora che molti dei vilipesi volontari locali della CRI stanno amaramente meditando di abbandonare l’impegno... cosa accadrà?
Di fatto la città portuale è stata defraudata di una opportunità, di una prospettiva ... per un atto unilaterale (e celato come le peggiori cospirazioni al gruppo costiero) privo di ogni logica!
A meno che la logica non sia sempre quella: a Vibo Marina non deve esserci alcun punto d'aggregazione, alcun servizio collettivo! Meglio il Nulla!
E noi? Noi ... dopo una prima indignazione, resteremo sempre gli stessi, pronti ad essere barattati per un favore ad un amico, per ambizioni personali o politiche, aspettando che prima o poi qualcuno ci riconosca spontaneamente dignità! Ma è inutile attendersi dignità ... se non hai una barca ed una tessera!

Nel caso possa servire a scemare l’amarezza e ad alimentare l’illusione di vivere in un territorio onesto, eticamente impegnato e rispettoso degli “esseri umani”, pubblichiamo (clicca qui) la letale raccomandata per intero.

Commenti

Anonimo ha detto…
Cose da pazzi!
Anonimo ha detto…
manderò il tuo articolo ai vertici nazionali della cri, sono sicuro che prenderanno gli opportuni provvedimenti.
Anonimo ha detto…
La Lega Navale e la CRI di Vibo dovrebbero vergognarsi
Anonimo ha detto…
Sicuramente a Vibo Marina mancano realtà come la Lega Navale, ma di VITALE IMPORTANZA è un gruppo di VOLONTARI SPECIALIZZATI nel soccorso.
Bisognerebbe incrementere le unità e i mezzi, trasferire sulla costa tutta la sezione provinciale della CRI a Vibo Marina, creare un nucleo di salvataggio in mare anche con idroambulanze e non sopprimere il neonato gruppo di persone che, seppur volontari, con tanta voglia e professionalità si dichiarano ponti verso il prossimo...
MIGLIORARE, NON SOPPRIMERE!!!
Anonimo ha detto…
Leggendo i commenti resto allibito,ho avuto il piacere di leggere la documentazione in merito,e, non è affatto vero che ci sia stata una appropriazione da parte dei "raccomandati navali" al massimo è da pensare come mai dovevano esistere due sedi provinciali della CRI vibonese? Da quanto letto sulla documentazione c'era una accordo di programma tra CRI provinciale VV e la Lega Navale, per utilizzare gli stessi ocali, accordo che comunque doveva essere sottoposta alla preventiva autorizzazione della locale Capitaneria di Porto. La CP ha inteso ritirare la concessione dei locali alla CRI e l'accordo è rimasto lettera morta.... non vedo tutto questo schiamazzo, queste vergogne e quantaltro... cordiali saluti
Anonimo ha detto…
Non vedere quella sede definitivamente chiusa è sintomo di cecità inguaribile.
Franca

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