ONOREVOLI VISITE... E VISITE ONOREVOLI!

"Sarà compito della magistratura verificare se si trattò di sfortunate circostanze o se ci furono responsabilità. È dovere delle istituzioni far sì che questo accertamento ci sia e vigilare che chi è preposto a tutela del territorio si comporti come impone la legge e la coscienza".
La cronaca dell'evento - al quale non abbiamo partecipato - la estraiamo da VirgilioNotizie : "Durante l'incontro una alunna della scuola ha chiesto a Fini di far sì che "possiamo vivere sereni e non vivere nel terrore quando piove". Il presidente della Camera si è detto "commosso", sottolineando come "la generosità del vostro popolo è davvero motivo di orgoglio per tutto il popolo italiano". Secondo Fini, è importante "la presenza fisica delle istituzioni dove più si è sofferto, anzi è un dovere: ho accettato di essere qui per rendere evidente anche dal punto di vista fisico che è giusto non dimenticare. Nulla e nessuno restituirà alle famiglie i loro cari, ma a quelle famiglie le istituzioni devono dare una risposta: fu una fatalità? Certo, è doveroso dubitare perché quando l'uomo violenta la natura, la natura si vendica". Non si tratta solo di ricostruire quello che l'alluvione ha distrutto, ha continuato Fini, ma serve anche "una piena ripresa economica e sociale. Questo riguarda il Sud, non solo Bivona. È una grande sfida della politica e se la politica sarà non una competizione di potere né una raccolta di consenso con sistemi clientelari, allora vincerà la sfida, altrimenti difficilmente la vincerà". "Non può esserci uno sviluppo qui - ha concluso - senza la consapevolezza che quanto accade qui ha risvolti al Nord e in tutto il resto del paese". Un resoconto completo percorso istituzionale lo offre CalabriaOra di oggi [scarica articolo].

“Per la Calabria una rinascita possibile. Io penso che il Sud, ed in particolare questa terra di Calabria, sia ad un bivio: da una parte il rischio di proseguire in una china disastrosa in cui i giovani non hanno futuro e tutte le popolazioni rischiano un imbarbarimento, dall’altra l’opportunità di dare vita ad una vera e propria rinascita. Oggi sono qui – ha aggiunto Bertinotti – anche per segnalare l’attenzione delle istituzioni nazionali per i governi regionali e locali che possono essere davvero tanto importanti per la rinascita di questa parte del Paese”. Il presidente della Camera ha poi puntato l’attenzione sul potenziale rappresentato dai giovani e sull’emergenza criminalità.“I giovani sono il futuro – ha detto – e su di loro bisogna investire seriamente. Liberare il Mezzogiorno dai lacci della criminalità organizzata è uno dei modi per concorrere a questo futuro, ma per poterlo realizzare ci vogliono grandi politiche che siano in grado di disegnare una nuova organizzazione economica e sociale. Siamo difronte ad una grande sfida ed il Sud è il banco di prova. Ho dichiarato subito la mia disponibilità ad incontrare i familiari delle vittime dell’alluvione dello scorso anno ed i componenti del comitato Pro-Bivona che sono le persone più colpite da quell’evento, colpite negli affetti e nella vita familiare, ed ho scelto quindi di andare incontro alle situazioni più drammatiche. Perché proprio affrontando le situazioni più drammatiche si possono poi risolvere i problemi più generali”. Riferendosi alla tragedia dello scorso anno il presidente della Camera non ha esitato a mettere sotto accusa “la colpa della storia degli uomini, perché quello che è accaduto non è certo una congiura della natura”. Bertinotti ascolta molte storie drammatiche di chi ha perso un familiare, chi la casa, chi il lavoro, chi invece cerca, tra mille difficoltà, un’occupazione ed una vita dignitosa.“Ho sentito un grido di dolore trattenuto e composto – afferma – ora bisogna andare avanti con il processo di ricostruzione. Qui al Sud si sente la grande distanza che c’è tra la gravità dei problemi ereditati e le risposte, che non bastano mai. Per questo dico che è un dovere delle istituzioni, locali e nazionali, guardare a questa parte del Paese".
Il nostro post di oggi vuole essere una sorta di "foto ricordo" delle due importanti visite, i cui esiti certamente non cambieranno per nulla il nostro triste futuro ... nè hanno modificato la sufficiente prassi amministrativa con la quale si governa il territorio!

Il gruppo di volontari di cui fa parte ha pubblicato una dettagliata relazione (anche questa ormai datata. Sic!) della loro "visita" ... a sostegno della popolazione durante i giorni drammatici del post-alluvione, nella quale [scarica documento] si legge tra l'altro:
"Nonostante l’evento che ha determinato l’emergenza a Vibo fosse molto circoscritto, si è determinato - a nostro parere - una situazione che è il logico risultato delle pecche e dei ritardi accumulatisi nel sistema della Protezione Civile calabrese.
Per restringere il campo al settore del volontariato, si è potuto toccare con mano cosa significa non aver organizzato il Coordinamento delle Organizzazioni da noi più volte proposto e non aver ancora predisposto, con il coinvolgimento delle stesse, nessuna forma di Colonna Mobile per il soccorso alle popolazioni. Nel Vibonese, ancora una volta, si sono avuti ritardi, scoordinamento e caos. Il soccorso è stato lasciato alla libera e generosa iniziativa delle componenti della Protezione Civile (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, Esercito, Croce Rossa, Volontariato). Il tutto non poteva che generare malumori, proteste, rabbia e disperazione della gente, soprattutto della più inerme (anziani, famiglie con disabili, ammalati) come ampiamente documentato dai mass media. A noi è toccato più volte, durante l’operazioni di soccorso, calmare le persone che chiedevano aiuto a loro modo (gli psicologi sanno bene che le persone sotto stress possono sembrare “aggressive” ma spesso non hanno altro modo più mediato per chiedere aiuto), e quando ci vedevano lavorare per loro si sentivano subito sollevate e diventavano collaborative, manifestando anche gratitudine.
Nel caos dei soccorsi a Vibo è venuto a mancare il rapporto di fiducia sia con i “Capi politici locali” che con i Responsabili Regionali delle operazioni di soccorso che sono apparsi lontani sia fisicamente che culturalmente ed inadeguati al compito di sollevare le persone dal disagio.
(...) Il volontariato, fra mille difficoltà, cerca di svolgere il proprio ruolo; ci si aspetta che anche le Istituzioni facciano con pienezza il loro affinché non si debba più verificare una “emergenza” come a Vibo."

PS.: Noi lo abbiamo già scelto da tempo!
Commenti