RIO BRAVO: QUANDO UN TORRENTE DIVENTA IL CONFINE TRA IL LECITO E L'ILLECITO!

Alluvione 2006: la Procura della Repubblica di Vibo Valentia notifica avviso di conclusione indagini a 30 persone, che risponderanno di omicidio colposo, disastro colposo e omissione in atti d'ufficio in relazione a presunte responsabilità connesse alle conseguenze provocate dall'alluvione di quattro anni fa.
Il provvedimento emesso dal Procuratore Mario Spagnuolo richiama a giudizio tutti gli ex amministratori locali: i sindaci di Vibo Valentia Elio Costa e Franco Sammarco; l'ex presidente della Provincia Ottavio Bruni; l'ex assessore provinciale ai Lavori Pubblici Paolo Barbieri; gli ex presidenti del Consorzio industriale Nazzareno Salerno e Filippo Sirgiovanni.
L'inchiesta poggia su un assunto incontestabile: la mancata osservanza del Piano di Assetto idrogelogico (PAI), che impone agli enti "proprietari o detentori a qualsiasi titolo di reti infrastrutturali di adottare entro 24 mesi dall'approvazione del Pai, un programma per la messa in sicurezza delle rispettive reti nei punti di criticità individuati dal piano di assetto idrogeologico, previa verifica delle esistenti infrastrutture e delle vie di comunicazione che attraversano le zone con pericolo di inondazione, di frane e di erosione costiera". Ricordiamo che il PAI è stato approvato nel 2001, dunque entro (allunghiamolo a 36 mesi!) il 2004 avrebbero dovuto essere predisposti interventi, cautele e controlli utili a mettere in sicurezza i punti di criticità sul S. Anna, Fosso Bravo ed altri, evidenziati nel Piano d'Assetto Idrogeologico) e rigovernare le zone in cui si riscontravano evidenti episodi di abusivismo edilizio, scarsa o inesistente regimentazione delle acque, mancato controllo di quella specifica area fragile del territorio.
L'elemento scatenante descritto dalla Procura come causa principale della Frana Mortale di fango (che ha spazzato via le vite del piccolo Gaglioti e delle due guardie giurate) precipitata sulla Statale 18 è ... una enorme quantità d'acqua che, concentratasi lungo la parte alta della cittè di Vibo, zona Cocari, non trovando più sgombri gli alvei dei torrenti, in particolare quello del RIO BRAVO, si sono riversate sulla strada privata della lottizzazione di località Zufrò (già oggetto di indagine e sequestre della Guardia di Finanza che hanno portato alla luce una massiccia urbanizzazione in zona agricola e uno scarso se non inesistente piano di urbanizzazione).
Indagati anche i dirigenti Giovanni Ricca e Ottavio Amaro responsabili dell’Autorita’ di Bacino della Regione Calabria ed i proprietari della strada privata di lottizzazione di località Sughero [scarica articolo in pdf].
Guardiamo con fiducia al percorso intrapreso dalla Procura, al di là delle individuate responsabilità (gran parte dei quali gia affermano di disconoscere i contenuti del PAI, di disconoscere il PRG, di disconoscere come recuperare fondi per mettere in sicurezza, di disconoscere le proprie competenze, etc. ), perchè obbligherà gli odierni amministratori a non considerare più secondaria la messa in sicurezza del nostro territorio, pena ... di rivedere per l'ennesima volta lo stesso film e questa volta nessuno potrà certo dire di disconoscere John Wayne!

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