FRANE ED ESONDAZIONI: IL NOSTRO FRAGILE RETICOLO ... IDROENCEFALICO!

Abbiamo un Reticolo Idrografico che ormai va in tilt in una sola notte di pioggia; abbiamo frane ed esondazioni ormai in ogni stagione dell'anno; abbiamo le marine ormai "vivibili" solo nei mesi estivi. Nonostante ciò ... un Reticolo Idroencefalico di interessi edilizi tende a "rimuovere" - al pari delle ruspe che rimuovono il fango dagli alvei dei torrenti - la fragilità che ormai circonda i nostri centri urbani.
Un esempio del Reticolo Idroencefalico ormai andato in tilt a gran parte dei nostri amministratori sono gli articoli apparsi oggi sulla Gazzetta del Sud. Se da un lato si legge la cronaca di quanto accaduto in questi giorni, dall'altro è possibile leggere il reiterato tentativo di "ampliare" le aree edificabili lungo la nostra costa.
E' paradossale - per questo li "riportiamo" assieme - leggere assieme i due articoli. Per pura coincidenza ieri non ci sono state vittime ... la stessa coincidenza provocò la morte del piccolo Salvatore, Ulisse e Nicola.
Noi li ricordiamo sempre, altri non più.


Maltempo, in ginocchio la fascia costiera. I territori dei due comuni al centro della furia di 5 torrenti in piena. Chiesto lo stato di calamità
Marialucia Conistabile - Gazzetta del Sud del 20.10.2010

PARGHELIA. Circa 150 persone evacuate nella notte, altre cento sgomberate. Danni ingenti alle strutture ricettive tra Zambrone e Parghelia, mentre da ieri è bloccato il traffico ferroviario tra Tropea e Zambrone. Frazioni isolate e strade interrotte, smottamenti un po' ovunque e torrenti che continuano a ingrossarsi e a straripare, mettendo a repentaglio interi quartieri, soprattutto a Parghelia.È pesante il bollettino dei disagi creati dal maltempo che si è abbattuto sul Vibonese, dove anche l'entroterra (Polia, Acquaro, Dinami, Nicotera e Cessaniti) ha subito danni. Ma in particolare lungo la fascia costiera le 36 ore di pioggia, praticamente ininterrotta, hanno dato il colpo di grazia a un territorio molto fragile dal punto di vista idrogeologico. Fortunatamente non sono stati registrati danni alle persone, ma ci è mancato poco. Per tutta la giornata di ieri, soprattutto a Parghelia e Zambrone, il livello di emergenza è stato molto alto e gli effetti del maltempo così devastanti da indurre il sindaco di Parghelia Maria Luisa Brosio a chiedere lo stato di calamità naturale.L'allerta, nei due centri del Vibonese, è scattato intorno alle 21 di lunedì. Mobilitati amministratori, Prefettura, Protezione civile, vigili del fuoco e Provincia. In allerta anche carabinieri, polizia e Corpo forestale, unitamente alla polizia provinciale e ai vigili urbani.Tra Zambrone e Parghelia lo smottamento di parte della collina ha lasciato privo di sostegno un tratto della linea ferrata, dove sono in atto i lavori di ripristino. Nelle stesse ore a Parghelia lo straripamento di tre torrenti – Le Grazie (Zona Tropea), Vardaro e Cannamele – provocava danni su tutto il territorio comunale riversando fiumi di fango nei villaggi turistici, a valle. Dalla collina sovrastante, in pratica, è arrivato di tutto, massi e tonnellate di terreno. Una quantità enorme, tanto da ostruire completamente il ponte della ferrovia sotto il quale si snodavano le strade verso il mare e il porto di Tropea. Nella notte tra lunedì e martedì 59 persone sono state evacuate dall'hotel Cannamele il cui giardino è stato inondato dalla piena dell'omonimo torrente. La struttura non ha riportato alcun danno, tranne l'allagamento di qualche scantinato, ma nel giardino sette autovetture sono rimaste bloccate tra i detriti e i massi trascinati dalla piena. Inoltre, durante la notte, il sindaco di Parghelia ha emesso un'ordinanza di sgombero per i residenti di altre località, oltre a Cannamele, e cioé: rione Aria, provinciale Fitili-Parghelia, rione Frezza e contrada Cervo. Complessivamente un centinaio di persone hanno trascorso la notte fuori casa. Alcune di loro e gli ospiti dell'hotel sono stati dirottati in altre strutture di Tropea (Tropis, Terrazzo sul mare e Pietra del mare). Chiusa la strada che collega Parghelia a San Giovanni di Zambrone.Frazione che insieme a Daffinà e Daffinacello sono rimaste isolate, anche se il Comune ha provveduto a liberare qualche strada interna. Ma nel territorio di Zambrone la situazione più grave si è registrata alla Marina dove la via d'accesso alle strutture ricettive è completamente invasa da una montagna di detriti. L'altra notte il sindaco Pasquale Landro ha ordinato l'evacuazione dell'hotel Parco dei principi, dove si trovava un gruppo di 91 turisti (tra i quali due bambini e un neonato) e 8 dipendenti che sono stati sgomberati e portati all'hotel Scoglio del mare. A Zambrone a creare lo stato di allerta è stato lo straripamento del torrente Zinzolo e la piena dello Spano che ha rotto gli argini. Anche qui i danni alle strutture ricettive sono ingenti. Ieri gli studenti di Zambrone e Daffinacello non hanno potuto raggiungere Vibo per l'impossibilità dei pullman di arrivare nei centri abitati. Nessun problema, invece, per gli alunni di elementari e medie di Zambrone. Landro, inoltre, a causa di guasti alla condotta dell'acqua potabile ha ordinato il divieto d'uso in attesa che la Sorical (già al lavoro) provvedesse a sistemare il tutto. Nei due centri, comunque, la situazione è sotto controllo.Problemi segnalati dal sindaco Francesco Prestia anche a Briatico, per l'esondazione dei torrenti Murria e Spataro con danni sul lungomare, mentre nel territorio di Cessaniti è crollato un tratto della Pannaconi-San Cono.

Edilizia paralizzata tra sequestri e dissesto. Maggioranza e opposizione si schierano per la ripresa dei cantieri anche alla luce degli interventi effettuati.
Nicola Lopreiato - Gazzetta del Sud 20.10.2010

Firmano tutti. Sindaco, assessori, il dirigente della ripartizione urbanistica, i consiglieri comunali di maggioranza ed i gruppi di minoranza, che avevano presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno per discutere sulla paralisi edilizia venutasi a determinare da quando scattò l'operazione denominata Golden House (case d'oro) che portò al sequestro di alcuni immobili perché realizzati in area a rischio alluvione. Da quel giorno, infatti, palazzo "Luigi Razza, bloccò qualsiasi tipo di concessione edilizia in attesa che le condizioni di sicurezza su tutto il territorio migliorassero.Il documento sottoscritto dall'Amministrazione e da tutto il Consiglio comunale è diretto al commissario delegato per l'emergenza alluvione, ovvero al presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, quindi allo stesso governatore e all'Autorità di bacino regionale. A loro chiedono un «incontro urgente allo scopo di intraprendere una linea d'azione volta a porre rimedio a questa insostenibile condizione», sottolineando la ormai improrogabile ripresa dell'attività edilizia il cui blocco ha determinato delle gravissime ripercussioni sull'intera economia.Amministratori e consiglieri fanno presente la necessità, quindi, di arrivare ad una «rivisitazione delle ordinanze commissariali precedenti», attraverso le quali venivano recepiti gli studi del prof. Pasquale Versace dopo la disastrosa alluvione del 3 luglio 2006.

La nota evidenzia che «la passata amministrazione ha dato incarico ad una coppia di professionisti di comprovata esperienza e di approfondita conoscenza del territorio comunale, di redigere "uno studio approfondito per conoscere l'effettivo livello di rischio delle aree interessate dai principali impluvi". Palazzo "Luigi Razza" fa presente alle autorità regionali che «nei giorni scorsi l'amministrazione ha recepito uno stralcio del lavoro ordinato» dal quale si evince che «una parte del territorio comunale è compatibile con una "normale attività di governo del territorio". Nel contempo gli enti preposti al compimento dei lavori funzionali ad una messa in sicurezza del territorio – viene evidenziato nella nota – hanno consegnato un elenco di opere che sono già state eseguite o che saranno appaltate nel breve periodo e che quindi hanno modificato in meglio il quadro territoriale di riferimento».I firmatari del documento non trascurano che vi è in atto sul territorio provinciale una chiara disparità di trattamento con i comuni limitrofi, anch'essi colpiti dall'alluvione del 3 luglio 2006 e dove, invece, l'attività edilizia viene esercitata con normale regolarità». Della vicenda che caratterizza il blocco edilizio interessati da parte del Sindaco e dell'assessore all'Urbanistica anche il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, l'assessore regionale all'Urbanistica Pietro Aiello; l'assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Gentile; il presidente della IV Commissione consiliare Alfonso Dattolo e al dirigente generale delle Infrastrutture, ing. Giovanni Laganà, nonché al dirigente del dipartimento urbanistica e governo del territorio, arch. Saverio Putortì. A loro gli amministratori di palazzo "Luigi Razza" chiedono un intervento chiarificatore, anche attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico di concertazione permanente, che possa fornire un'interpretazione univoca all'intera vicenda».

L'alluvione

Era il 3 luglio 2006 quando la natura si è ribellata scatenando sul territorio vibonese un vero e proprio cataclisma provocando morti, feriti, danni per oltre 100 milioni di euro, centinaia di sfollati. Il giorno del nubifragio, in due momenti differenti, persero la vita lungo la statale 18, perché travolti da ondate di fango e detriti Salvatore Gaglioti, di soli 16 mesi. E le guardie giurate Ulisse Gaglioti, zio del piccolo, e Nicola De Pascale. Tutti uccisi mentre all'interno delle loro autovetture transitavano lungo la Statale.La disastrosa alluvione ha dato vita a due inchieste della Procura della Repubblica. La prima aveva portato a puntare l'attenzione sui vertici dell'Anas e della Protezione civile ma i capi d'imputazione si sono sbriciolati davanti al gup. La seconda, invece, è ancora in piedi e vede indagati amministratori comunali e provinciali, nonché tecnici di Comune e Provincia.

Commenti

TimpaJanca ha detto…
Il sarcasmo porterebbe a dire che la costa degli Dèi è talmente bella che, sempre di più e sempre più spesso, ampi pezzi di montagna... muoiono dalla voglia di andarci a trascorrere qualche...era di vacanza... Oppure che anche il territorio più a monte è talmente maltrattato che prova – con i suoi tempi ed i suoi modi – a sfuggire..in massa... al degrado e allo scempio. Potremmo metterla così: la natura che, con il suo linguaggio più che mai terra-terra..., si ribella e con voce roboante dice: “Io non ci sto!”
Ma il sarcasmo finisce qua. Perchè una battuta può regalare un sorriso e aiutare a sdrammatizzare una situazione, ma non può servire da alibi per girare il capo dall’altra parte: ai cittadini come agli amministratori. Non si può continuare ad “usare” (e abusare) il territorio in maniera indiscriminata e, soprattutto, impunita. Ciò che spesso è una disgrazia per la popolazione, diventa invece un manna (un “business”, grande e/o piccolo) per gli speculatori (piccoli e grandi) e tutta la filiera, a monte e a valle. La politica dell’emergenza - così in voga negli ultimi tempi - non può essere accettata. Perché essa non porta ad altro che a preparare la successiva emergenza (vedi Napoli e i rifiuti piuttosto che l’alluvione del 2006 a Vibo Marina, per esempio). Siamo noi (tutti, nessuno escluso) i primi responsabili delle sorti del nostro territorio. Si dovrebbero dimettere tutti gli amministratori (comunali, provinciali, regionali), per manifesta incapacità! Per manifesta incapacità di portare questa nostra terra sulla strada della legittima normalità. Quella normalità che vuole, per esempio, che se una casa (piuttosto che un quartiere intero) è abusivo, si demolisce senza guardare in faccia nessuno e si ripristina il territorio (e l’ecosistema) com’era prima dello scempio.
Allo stesso tempo, noi cittadini (tutti, nessuno escluso) ci dovremmo ficcare bene in testa che la montagna che frana è l’effetto anche della carta gettata per strada. Perchè è frutto della mancanza di rispetto dell’ambiente che viviamo e che ci aiuta a vivere. E il rispetto non è un esercizio di stile o di filantropia. Il rispetto è alla base della dignità umana.

(www.timpajanca.blogspot.com)

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