CASTELLO DI BIVONA: CHIAREZZA SULLE SCELTE E RISPETTO DEL PROGETTO!

Riceviamo via email (che pubblichiamo integralmente) una "nota" allegata, inviataci dallo studio Ferrara Associati - studio di progettazione ambientale di Firenze, a firma del Prof. Arch. Guido Ferrara, docente all' Università di Firenze, in cui si chiede chiarezza sulle scelte effettuate nei lavori di recupero del Castello di Bivona, completamente stravolto in fase di attuazione, palesemente difformi (rispetto il percorso pedonale d'accesso) da quelle previste i cui esiti, gravemente lesivi del vincolo di tutela del bene, ne compromettono sia la conservazione che le possibilità (anche future) di messa in valore.


Prima di farvi leggere l'intero contenuto della nota vi aggiorniamo sullo stato del "malfatto".


La nostra segnalazione ha avuto il merito di bloccare i lavori di messa in posa di quella "terra stabilizzata" color Bitume! Ovviamente l'impegno assicurato sarà quello di rimediare con nuova e più idonea posa di terra stabilizzata! Una terra insomma degna del nome terra!
Siamo riusciti ad evitare il peggio? Non lo sappiamo ... aspettiamo ancora prima di darvene conferma ... proprio perchè sul rispetto della "opportuna distanza" (prevista, come si evince dalla nota e dalla foto planimetrica a vista zenitale del progetto assentito, inviataci dai progettisti) tra la struttura monumentale ed il percorso pedonale ... non abbiamo notizie certe di alcuna scelta. Certo è che non smetteremo di vigilare ... ed ora lo faremo anche per le ragioni e le precise specifiche d'esecuzione esposte con chiarezza nella nota inviataci dai progettisti! Che Dio ci aiuti.

  • email:
    "Vi siamo molto grati per la segnalazione. La distanza e gli impegni in altre parti del paese ci hanno impedito di monitorare l'andamento dei lavori sul Castello di Bivona. Vi trasmettiamo in allegato una nota che riporta il nostro punto di vista di progettisti.
    Vi saremo grati se potrete documentarci gli ulteriori sviluppi della situazione.
    Quanto ai modi di porre riparo al malfatto, non vediamo che una possibilità: demolizione e ricostruzione secondo le misure e i materiali del progetto.
    Un cordiale saluto a nome del nostro gruppo di progettisti.
    Guido Ferrara
    "






  • lettera:

    "La nota critica sugli interventi di recupero del Castello di Bivona (“Il castello di Bivona … circondato da terra al bitume!”) apparsa recentemente (30 gennaio 2011) sul WEB (http://www.comuneportosantavenere.blogspot.com) presenta uno sconcertante reportage fotografico dei lavori di sistemazione esterna in corso che in nulla corrispondono al progetto esecutivo da noi redatto nel 2009, approvato dalle competenti Soprintendenze e mandato in appalto dal Comune di Vibo Valentia.
    Tale progetto prevedeva infatti di realizzare il rilevato di accesso al castello con “riciclato stabilizzato della pezzatura di mm. 40/70, compattato a strati di 35 cm” e che la pavimentazione dello stradello di 2,50 m. fosse eseguita con un sistema stabilizzante “di spessore medio 10 cm fibrorinforzato (del tipo Levostab 99 Levocell o prodotti similari) da miscelare in sito con autobetoniera (o impianto) e stesura a mano o con l’ausilio di piccoli mezzi meccanici”.
    Inoltre, negli elaborati di progetto lo
    sviluppo planimetrico dello sentiero sul lato dell’ingresso al castello era distanziato mediamente di ben 13 metri dalle strutture in elevazione, per garantire il rispetto sia dell’emergenza monumentale che dell’area archeologica interclusa, sia per non interessare con opere di tipo stradale le aree a verde agricolo limitrofe alle mura.

    Dalla documentazione fotografica dei lavori in corso risulta invece che:

    a) il sentiero in stabilizzato è stato sostituito da una vera e propria strada carrabile continua di circa 7-8 metri, a copertura dell’intero spazio a disposizione, ovvero dalle pareti del castello fino ad una staccionata posta a confine;

    b) l’area archeologica risulta pertanto coperta in tutto o in parte, e il muro storico direttamente interessato dalla strada asfaltata come appoggio;

    c) il pietrischetto stabilizzante e autodrenante risulta sostituito da una colata andante di bitume impermeabile;

    d) la zona a verde agricolo di rispetto fra il sentiero e le mura non esiste più, con la perdita definitiva di un rapporto equilibrato fra bene storico e campagna;

    e) non si ha notizia del destino né della piazzola circolare (area di sosta) che il progetto aveva previsto come luogo di osservazione, né della siepe in alloro che era stata localizzata fra lo stradello e le mura, a salvaguardia dell’area archeologica.

    Mentre da un articolo del “Quotidiano della Calabria” si è appreso il nome della Ditta aggiudicataria dell’appalto (l’impresa Edil Galven s.r.l. di Rende), non sappiamo chi abbia svolto il compito di Direttore dei Lavori.
    Come firmatari del progetto esecutivo, completamente stravolto in fase di attuazione, chiediamo pertanto che venga fatta piena luce sulle effettive responsabilità delle scelte adottate in cantiere, palesemente difformi da quelle da noi previste, senza che venissimo in alcun modo informati di eventuali varianti in corso d’opera e i cui esiti, gravemente lesivi del vincolo di tutela del bene, ne compromettono sia la conservazione che le possibilità (anche future) di messa in valore.

    Firenze, 10 febbraio 2011
    Dr. Arch. Guido Ferrara e
    Dr. Arch. Giuseppe Cruciani"

Commenti

Daniele ha detto…
E' curioso e sorprendente che il "Quotidiano della Calabria" visto le legislazioni vigenti, non conosca il nome del preposto alla direzione lavori...:-)
Anonimo ha detto…
Grazie per quanto fate!
Anonimo ha detto…
Veramente molto bello io probabilmente scaricarlo. Grazie
Anonimo ha detto…
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