LA MEMORIA SMARRITA.

Non so se è possibile tracciare un percorso utile a riacquistare la memoria collettiva, ma certo un timido tentativo va fatto.
Per prima cosa, per partire bene, è utile fare un elenco degli "oggetti" smarriti, elenco con il quale avviare la ricerca o la rivendicazione.
L'elenco è lungo e l'imbarazzo di svelare la quantità delle cose perse è pari alla sofferta coscienza di rivelare pubblicamente una comunità tutt'altro che concentrata su se stessa o sul suo futuro.
L'episodio dimenticato dai più del 12 aprile '43 è emblematico, ma tant'è... è ormai terapeuticamente necessario farlo.
Nei post precendenti abbiamo constatato di aver perso il nome antico del nostro borgo inspiegabilmente, così come inspiegabilmente si è perso quello che potremmo definire il culto primitivo.
Della Santa Venere difatti abbiamo perso il ricordo, la chiesa diruta ed il suo culto; del nome antico della nostra attuale città non poteva che accadere altrettanto: Vibo Marina si sostituisce a Porto Santa Venere senza alcun atto amministrativo... senza alcuna protesta o dimostranza.
Non credo siano tante le città o comunità che possano vantare tale primato di smemoratezza, anzi, forse questo ci rende davvero unici, seppur con un valore negativo. Non credo di sbagliare nel ritenere che tale errore/orrore ci rivela unici nella provincia, unici nella regione, unici addirittura in Italia. Ogni città possiede l'orgoglio della sua storia ed ogni suo cittadino aspira ad integrarsi nei periodici suoi percorsi identitari. Altrove si celebra di tutto.
Da noi ciò non è accaduto ed ancora tarda ad accadere.
Più giorni passano e più vado convincendomi che sia necessario un vero e proprio persorso "esorcizzante", in grado di far uscire tutto il male sociale accumulato nell'ultimo secolo.
Una sorta di terapia collettiva in grado di condurre al riacquisto della memoria.

Ma tale percorso non è possibile farlo da soli, presuppone il coinvolgimento di tutti, dalla chiesa all'associazionismo, dalle istituzioni alle famiglie, dalla scuola alle aziende.
Paradossalmente sarà necessario coinvolgere anche l'Amministrazione Comunale di Vibo Valentia, alla quale chiedere con forza un sostegno ad una simile iniziativa, proprio perchè nel passato ha svolto un ruolo attivo in questo processo disgregante della nostra comunità.
Non è sbagliato riconoscere che in realtà anche questa "perdita di memoria" ci ha diviso e ci divide dalla città del monte. Non è sbagliato riconoscere che "la memoria smarrita" divide la nostra stessa comunità costiera!
Saremmo in grado, noi del Comitato "Verso l'Autonomia di Porto Santa Venere" a dare il via anche a questa terapia? Secondo voi riusciremo a farci finanziare... chessò, dall'Assessorato alla Cultura del comune di Vibo, o da quello alle Politiche Sociali, una terapeutica valorizzazione della nostra storia e della nostra comunità?
Se qualche smemorato ci da una mano potremmo tentare di presentare un progettino...

Commenti

Anonimo ha detto…
"Non c'é da scommettere un soldo sul futuro di un popolo che non ha memoria del proprio passato"
F.De la Rochefoucauld

Trovo che questa frase sia il miglior commento all'esortazione contenuta nel post di Antonio.
giuseppe addesi

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