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Visualizzazione dei post da aprile, 2008

PORTO S.VENERE: UN NUOVO COMUNE TRA I TANTI SCIOLTI.

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L'ultimo post ci ha fatto ritornare in mente quelle strane osservazioni, gridate in piazza da alcuni politici, sul rischio che il nuovo comune di Porto S.Venere, diventi una ghiotta opportunità per la 'ndrangheta: se il nuovo comune nascerà - è stato detto - essa approfitterà delle "nuove poltrone" per insediarsi in un territorio ancora esente da tale piovra. Insomma, "... l'autonomia amministrativa " - è stato detto - "serve alla 'ndrangheta e agli affaristi, altro che epifania "! Stiamo riassumendo, ovviamente, e per quanto detto vi invitiamo a leggere il post di riferimento. Anche se, su queste affermazioni è bastato un incontro serio e partecipato per fare ricredere l'asserente, le ultime novità sul tema ndrina (la cimice di Gratteri, la bomba e lo scioglimento del Comune di Gioia Tauro) ci spingono a ritornare sull'argomento e, approfittando dell'occasione, rifornirvi di un interessante documento. Ma ritorniamo alla falsa

UN RICORDO PER SHARO GAMBINO.

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E' morto Sharo Gambino. Ma in realtà no. Per chi ha avuto modo di trascorrere qualche pomeriggio con lui, tra le strade del suo paese e del suo mondo, è forte la coscienza che di quell'uomo non potrà mai perdersi la memoria. Dolce e severo, pieno di vitalità, di parole sincere. Scriveva, ma ancor più credeva: nella famiglia, negli amici, nel paese, nella Calabria, nella storia. Camminando con lui le pietre delle case e le tele delle chiese di Serra rivivevano, la gente aveva il viso svelato, i libri si rivelavano solo quello che erano: un modo per riconoscerti. Lo ricordo come fosse ora, ed è vivo. Mi piace ricorcordarlo ora, per me e per voi, con alcune parole da lui scritte per uno dei tanti paesini della nostra regione... testo che potrebbe essere anche il modo giusto per guardare al nostro: " Il paese! Questo male oscuro (ma non troppo), che ti si radica dentro quando sei ragazzo indifeso e quando in gioventù ti spinge, ti esorta, costringe ad allontanartene come da co

DUECENTODIECIMILIONICENTONOVANTACINQUEMILAQUATTROCENTOSETTANTAEUROEVENTISETTECENTESIMI.

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G iusto per comprendere il quadro generale nel quale sono inserite le nostre vicende quotidiane - tra le aree e gli stati d'animo dismessi - è necessario, per qualche attimo, tentare di quardare le cose dall'alto, anche perchè quasi sempre quanto accade o accadrà nel nostro comune è (e sarà) sempre legato all'uso dei flussi finanziari, che da noi condizionano scelte, appartenenze ed opportunità. Da qualche settimana si stanno focalizzando i punti programmatici dei POR 2007/2013 e non c'è politico che non si senta in qualche modo indispensabile per la loro destinazione nel nostro comune. Prima di pensare ai prossimi POR diamo uno sguardo a quelli del passato recente; del resto, non è un'idea balzana dare un'occhiata a come sono stati spesi. Porsi la domanda: " Nel nostro comune, i POR 2000/2006, come sono stati spesi? " aiuta, e non poco, a capire il destino della tranche del 2007/2013! L'occasione per rendere visibili numeri e cifre la offre la Ban

AMMINISTRAZIONE INNOVATIVA...

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Iniziamo il post di oggi col descrivere il nostro stato d'animo: RASSEGNATA DELUSIONE. Perchè? Siamo riusciti a prendere visione del progetto insediativo che verrà realizzato nell'area dismessa della ex-Gaslini. E' logico, come è ormai nostra abitudine, che consentiamo anche a voi di prendere visione di quelle poche carte che siamo riusciti ad avere, ma... almeno voi, non rassegnatevi quanto noi! Perchè lo siamo noi? Perchè di colpo, tutte le probabili giustificazioni positive fornite dai soliti bene informati o dai tanti "sentito dire", a destra ed a manca, sulle ricadute positive per l'economia della città dell'investimento privato che si consentiva in quell'area... si sono dissolte. C'era chi parlava di piscina, centro commerciale, centro edilizio per esigenti turisti inglesi o spagnoli...; c'era chi, seppur dispiaciuto dell'abbattimento dei forni del '900, si consolava con le possibili ricadute economiche al commercio locale. E noi

RIPARTIAMO... DALLA STAZIONE!

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Sono reduce da una sortita all’antica stazione di Porto Santa Venere. Nulla lascia intravvedere la vitalità di una volta, il vissuto di quanti (i primi abitanti del borgo) vi ha dedicato una vita di lavoro. Essa è ormai ridotta in uno stato pietoso, nonostante sia ormai inserita nel pieno centro urbano. Il grande primo piano è disabitato, i locali del bar alla mercè quotidiana di vandali, il giardino con la sua vasca è pieno di erbacce e rifiuti, lo spiazzale dinanzi alla stazione una vuota area di sosta. Oggi la stazione è in uno stato squallido e nell’assoluta mancanza di edifici utili alla collettività il degrado è ancorpiù indegno. Che tristezza vedere tutte le nostre stazioni dismesse, come se fossero tante scatole vuote. Non sarà più possibile vedere berretti rossi dei capistazione presenti ad ogni passaggio del treno ma è imprescindibile, per il nostro futuro, riprogettarne un utilizzo sociale. Adoperarsi in qualche modo, ognuno di noi, affinchè la Provincia di Vibo, così come i

IL FUTURO E' PORTO SANTA VENERE!

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E' probabile che sia passata inosservata ai più la riflessione, pubblicata ieri su Il Quotidiano, di colui che, a ragione, viene ritenuto uno dei più attenti intellettuali vibonesi, Ninì Luciano. Ed allora noi la riportiamo. In sintesi l'autore, nel rilevare inatteso l'aggregante impegno, competente e passionale, che si " tocca con mano " nella città del mare, giunge ad affermare, confrontando tale dato con il vuoto amministrativo comunale - che " il futuro è Porto Santa Venere! ". Non possiamo che pubblicare l'intero articolo per la gioia di tutti i nostri bloggers, anche perchè è il caso di esprimere due considerazioni a caldo. La prima considerazione è legata alla sequenza degli avvenimenti, che regala alla Camera di Commercio un ruolo di traino di questo positivo momento di proposta e partecipazione rispetto al Porto ed alle proposte che su di esso vanno avanzandosi (dal POR ad altro), ma questo forse è meno grave, perchè probabile conseguenza

UN POR 2007/2013 DAVVERO PROVINCIALE

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Volutamente non abbiamo minimamente fatto cenno, nè ne faremo ora, alle elezioni politiche e provinciali svoltesi di recente. Abbiamo deciso di mantenere in standby l'attività del comitato coscienti che le elezioni sono sempre un tritacarne nel quale tutto si divide, frantuma e sporca. Va comunque messo in risalto che nessuno dei candidati ha in alcun modo strumentalizzato il tema dell'autonomia, e questo è un dato estremamente positivo. Riprenderemo la nostra attività e con nuovo slancio nei prossimi giorni. Per scaldare un pò i muscoli ripartiamo da una notizia più che interessante, dalla quale possiamo dedurre quanto parte ha la nostra provincia nelle strategie di sviluppo regionale, e quale futuro hanno in serbo per noi i nostri politici. Sono stati infatti illustrati ieri ai giornalisti i grandi progetti regionali del Por 2007/2013. “ Progetti strategici - ha spiegato Loiero - di iniziativa regionale che presentiamo ai calabresi dopo aver ascoltato il territorio. Intorno

LA PESCA DEL TONNO TRA MEMORIA E FUTURO

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Quella del tonno era una pesca incerta, il cui protagonista era un animale irrequieto e leggendario, eternamente trasmigrante, i cui percorsi misteriosi erano affidati alle informazioni che i pescatori si scambiavano fra di loro. Era ad ogni modo risaputo che i branchi, per motivi sconosciuti, venivano a volte a mancare o a diminuire di numero, o mutavano i luoghi della costa ove, per consuetudine di itinerari, concludevano le loro trasmigrazioni in una sanguinosa mattanza. La pesca del tonno, che pure tra Pizzo e Bivona, nella seconda metà dell'Ottocento, riusciva a realizzare una media di 2.000 quintali di pescato, non riuscì per vari motivi a rafforzarsi e ad espandersi. Fra Ottocento e Novecento, nonostante l'espansione dell'attività peschereccia lungo la costa, invisibili trasformazioni le preparavano un destino di emarginazione. Dopo il 1891 la tonnara di Pizzo fu dichiarata passiva dal suo proprietario, marchese Gagliardi. Un generale declino investì la pesca di cost

IL CASTELLO SMARRITO

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Un amico ieri sera mi ha segnalato un sito dove è pubblicato un video sulla nostra area costiera. Quello che lo entusiasmava era l'aver "scoperto" il Castello di Bivona: "quella ripresa dall'alto - mi disse - lo rivela incredibilmente emozionante!". Mentre ne approfitto per segnalarvi il sito ( uomoinmare.it ) e per pubblicare quella parte del video riguardante il nostro maniero, non posso che ritornare sull'argomento di ieri, vale a dire la "memoria smarrita", e citare proprio l'esempio del Castello di Bivona come emblema della nostra "smemoratezza" e della incapacità dei nostri amministratori. Sono anni che studio il Castello e l'area in cui è costruito ( per chi volesse conoscerne la storia e l'uso basta seguire il link seguente ). Quella zona è ancora oggi uno scrigno inesplorato ai più, che racchiude tutta la nostra storia insediativa, dai tempi greci a quelli altomedievali. Convinto del suo valore storico e del ruol

LA MEMORIA SMARRITA.

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Non so se è possibile tracciare un percorso utile a riacquistare la memoria collettiva, ma certo un timido tentativo va fatto. Per prima cosa, per partire bene, è utile fare un elenco degli "oggetti" smarriti, elenco con il quale avviare la ricerca o la rivendicazione. L'elenco è lungo e l'imbarazzo di svelare la quantità delle cose perse è pari alla sofferta coscienza di rivelare pubblicamente una comunità tutt'altro che concentrata su se stessa o sul suo futuro. L'episodio dimenticato dai più del 12 aprile '43 è emblematico, ma tant'è... è ormai terapeuticamente necessario farlo. Nei post precendenti abbiamo constatato di aver perso il nome antico del nostro borgo inspiegabilmente, così come inspiegabilmente si è perso quello che potremmo definire il culto primitivo . Della Santa Venere difatti abbiamo perso il ricordo, la chiesa diruta ed il suo culto; del nome antico della nostra attuale città non poteva che accadere altrettanto: Vibo Marina si sos

ALLUVIONE : ecco i veri colpevoli

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La magistratura di Vibo Valentia ha chiuso il procedimento contro ignoti, aperto all'indomani dell'alluvione del 3/7/2006, accertando le seguenti responsabilità: quella di Bertolaso, allora capo della Protezione Civile, per non aver diramato in tempo utile lo stato di allerta per lo straordinario evento atmosferico che stava per interessare il territorio poi colpito dall'alluvione e, inoltre, alcuni dirigenti dell'Anas per non aver provveduto a predisporre gli interventi necessari alla messa in sicurezza delle strade ed alla manutenzione dei torrenti ( leggi articolo ). Oltre a questi nomi, non compare nessun politico locale, nessun funzionario compiacente, nessun imprenditore privato. Rispettiamo le conclusioni dei giudici. E' giusto così. I veri colpevoli siamo noi, cittadini di Porto Santa Venere. Colpevoli di aver affidato ad altri la gestione del nostro territorio; colpevoli di aver dormito sonni durati decenni non accorgendosi di quanto si stava consumando ai

12 APRILE 1943 - 12 APRILE 1965

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12 APRILE 1943, ORE 18.00.

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Le 18,00 del 12 Aprile. Alle 18,00 di domani i nostri pensieri ritorneranno indietro nel tempo fino a quel tragico giorno del 1943. Da quell'ora in poi, fino all'8 settembre (data dello sbarco alleato) il borgo, il porto e la ferrovia della nostra città divennero stabile obiettivo militare. Da quell'ora la guerra entrò prepotentemente nei pensieri dei residenti. Unica via di salvezza era la galleria ferroviaria di Pizzo, adattata a rifugio: per quanti dovettero restare per lavoro o necessità lungo la costa, era la meta finale di una corsa senza fiato che prendeva il via ad ogni suono della sirena antiarea. Ma chi erano le 10 vittime di quell'ora di sangue? I loro nominativi li estraiamo integralmente dallo Stato Civile del Comune di Vibo Valentia, Registro 1943: Caduti del 12 Aprile 1943 Incursione Aerea U.S.A. su Vibo Valentia Marina (ore 18.00) 1. Corso Annunziata, anni 7 , di Paolo e di Lo Preiato Rosa. 2. De Lorenzo Lucia, anni 11 , di Carmine e di Gatto Domenica. 3

12 APRILE 1943 : LA MORTE ARRIVA DAL CIELO. Una testimonianza diretta.

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" Approfittando della bella giornata di primavera, avevamo steso il bucato al sole, nel cortile della casa in cui abitavamo, prospiciente al porto. Il mare quel giorno era calmo, ma non i nostri animi; negli ultimi giorni era suonata più volte la sirena dell'allarme aereo, posta sul campanile della chiesa. Ci avevano poi detto che non c'era da temere in quanto si trattava solo di un aereo da ricognizione inglese, ma che non c'erano pericoli di bombardamento. Ma ogni volta che si sentiva la sirena, la gente si riversava per strada e cercava di mettersi al sicuro dirigendosi verso le campagne che circondavano il paese, lontano dai possibili obiettivi delle bombe (non esisteva in paese un rifugio anti-aereo per la popolazione. ndr). Anch'io, con mia sorella e mia madre, avevo preso l'abitudine di fuggire verso la collina; lì avevamo appreso da alcuni contadini che l'aereo che spesso sorvolava il paese a bassa quota aveva sparato una raffica di mitragliatrice

PORTO SANTA VENERE: UN GRANDE CENTRO MARITTIMO.

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All'indomani dell'Unità, chi si trovasse a percorrere il litorale calabrese si trovava di fronte ad un ininterrotto deserto. Su nessun punto della regione italiana più ricca di coste era nato alcun centro marinaro di rilievo, un nucleo solido ed intraprendente, capace di dominare ampi tratti di mare, di organizzarsi industrialmente, di conquistare mercati presso i più meridionali paesi del Mediterraneo. I centri del litorale tirrenico, la cui distanza dal mare era il più delle volte determinata dalla tortuosità della strada arrampicantesi sui cocuzzoli, mentre breve era la distanza in linea d'aria, diedero luogo, più che a centri, a piccoli borghi lungo la costa i quali furono come la succursale del vecchio centro, con cui si mantennero in costanti rapporti. Questi borghi, dopo più di un secolo, non sono giunti ad acquistare un ruolo economico indipendente e rimangono sottoposti anche amministrativamente al vecchio centro. In questo quadro generale, Vibo Marina ha rapprese

LA STAZIONE DI PORTO SANTA VENERE ED I FERROVIERI DEL PASSATO

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Era una stazione ben curata, con il giardino fiorito e con la vasca dei pesci rossi. C'erano ancora le locomotive a vapore, il capostazione con il suo berretto rosso, i manovratori con la lanterna ad olio, il telegrafo, gli scambi manuali. Sulla facciata compariva una scritta: Monteleone Calabro-Porto Santa Venere , a testimoniare che lo scalo ferroviario serviva due centri ben distinti e diversi anche nel nome. Con il trascorrere degli anni la stazione assume sempre maggiore importanza, facendo registrare un movimento di 95 treni al giorno. Nel corso del secondo conflitto mondiale, la zona ferroviaria, al pari di quella portuale , diventa un obiettivo militare. Forse ai politici di oggi può anche sfuggire l'importanza strategica di Porto S.Venere, ma certamente non sfuggì allora ai comandi militari alleati che la fecero oggetto della loro "attenzione", anche perché al traffico ordinario dei treni si era infatti aggiunto quello straordinario delle tradotte militari i

L'AUTONOMIA E' UNO SGUARDO VERSO IL FUTURO.

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Navigando sul web ho "scoperto" l'esperienza vissuta dai cittadini di LARIANO che quarant'anni fa riuscirono ad ottenere l'autonomia comunale da Velletri, "come un figlio che si stacca perchè maggiorenne dai genitori ". Quando divenne municipio i suoi abitanti erano 5.000, oggi i suoi residenti sono 10.000. Sono in 10.000 quanto lo siamo noi oggi. Con queste parole il suo attuale sindaco presenta la città ai navigatori di internet: " Lariano è posto alle pendici del "Maschio" o Monte Algidus sulla cui sommità sorgeva, al tempo dell'Impero Romano, uno dei più validi avamposti di difesa di Roma e, nel Medioevo, un castello fortificato che estendeva il suo dominio su una vastissima zona. Dal 1967 Lariano è un comune autonomo; tale autonomia ha determinato sviluppo e valorizzazione delle bellezze naturali. " Quante altre cose potremmo noi dire sul nuovo comune di Porto Santa Venere..! Comunque... l'esperienza di Lariano e del su

QUEL 12 APRILE 1943 A VIBO MARINA

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Sono trascorsi 65 anni dal bombardamento aereo che il 12 aprile del 1943 colpì il centro abitato di Vibo Marina, il porto, la ferrovia. Ricordare quel drammatico giorno può forse servire, ancor oggi, a rafforzare il senso dell’appartenenza ad una comunità, a riaffermare i grandi valori della pace, della giustizia, della solidarietà, della libertà da difendere in ogni luogo ed in ogni tempo. “ La morte di giovani innocenti sia per tutti seme di pace ” è quanto scritto sulla lapide in marmo che nel 1993, in occasione del cinquantennio, i cittadini vollero porre sul muro della Scuola elementare “Presterà” a ricordo delle giovani vite stroncate nell’adiacente odierna pinetina, un tempo il campo sportivo di Vibo Marina. Per riportare alla memoria, con tutta la sua carica tragica ed emotiva, pubblichiamo una testimonianza scritta du quel terribile giorno, donataci dal dott. Domenico Satriani, cittadino di Porto Santa Venere (odierna Vibo Marina), medico di grandi doti umane e culturali, scom

L'EUROPA SCEGLIE LE VIE DEL MARE, SANTA VENERE RESTA IL "Porto delle Nebbie"

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A vederlo oggi, con il suo aspetto sonnecchioso e trascurato, mai interessato da interventi di adeguamento/ampliamento (nonostante le assegnazioni e le riassegnazioni di finanziamenti, finora solo sulla carta), non si potrebbe a prima vista certo definire un porto di rilievo. Gli manca quella vitalità, quel pulsare frenetico di attività che caratterizza i grandi approdi. Eppure, posizionato al centro del Mediterraneo, potrebbe svolgere un ruolo importante per l'economia del territorio e dell'intera regione; ma fra dibattiti, progetti e polemiche, il Porto di Santa Venere resta ancota " il porto delle nebbie ". La multifunzionalità, più volte ribadita, é condizione necessaria ma non sufficiente per un suo definitivo rilancio. Occorre di più. La nuova politica dei trasporti europea ha, come obiettivo, l'alleggerimento del traffico sulla rete stradale dei paesi membri. Le "Autostrade del Mare", come vengono definiti i collegamenti marittimi a corto raggio,

PROVINCIAL ... MENTE!

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Avrete certamente notato quanta parte ha oggi, nella campagna elettorale appena avviata, il nostro porto e le nostre cittadine. Questo è certamente anche merito nostro. Ma al di là delle parole di rito, era necessario "inventare" un occasione utile a capire meglio in che misura i candidati alla Presidenza della Provincia ritengano realmente la nostra area costiera "centrale" nei loro programmi. Così, la Pro Loco di Vibo Marina, considerando i bisogni e l’importanza del nostro territorio costiero, ha organizzato una serie di incontri con i candidati alla Presidenza allo scopo di far conoscere alla cittadinanza i loro programmi e nello specifico il ruolo della nostra città nei percorsi virtuosi di sviluppo economico e sociale dell’intera provincia. Gli incontri pomeridiani, dalle 18,30 in poi, che si terranno nella sede della Pro Loco, in via Trav. M. Bianchi, avranno il seguente calendario: Sabato 5 Aprile Incontro con MANDUCA Lunedì 7 Aprile Incontro con DE NISI Mar

Dove finiscono i nostri soldi?

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Da un calcolo approssimativo, emerge che il Comune di Vibo introita le seguenti cifre dai residenti delle frazioni costiere (pari a circa 1/3 dell'ntera popolazione comunale): 2.590.000 euro per entrate tributarie (ici, tassa rsu, canoni idrici,addizionale irpef,imposta sulla pubblicità, ecc.) e 2.590.000 per entrate extratributarie(trasferimenti dallo Stato,concessioni edilizie, ecc.). Solo un'infinitesima parte di questi ingenti flussi finanziari ritorna sul nostro territorio sotto forma di servizi per la collettività. I Comuni dovrebbero svolgere numerosi compiti, quali: gestione dei servizi pubblici locali, gestione del traffico e delle emissioni inquinanti;servizi sociali: assistenza ad anziani,portatori di handicap,immigrati; asili nido e scuole materne; edilizia di scuole primarie e secondarie; controllo del territorio attraverso la polizia municipale; disciplina edilizia e relativi controlli; riqualificazione urbana; servizi culturali: biblioteche,musei,gallerie,teatri;

Porto Santa Venere: "Nomen est omen".

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Una comunità senza storia, senza memoria, senza radici, senza nome. Questo il risultato di ottanta anni di "dominio" vibonese. Neanche i Romani arrivarono a privare del loro nome i territori conquistati, che seguitarono a chiamarsi Gallia, Iberia, Elvetia, ecc. " Nomina sunt omina ", recita il motto latino: i nomi sono auspici, auguri. E per realizzare quanto é nei nostri auspici, la prima cosa da fare é quella di rivendicare il ripristino del nostro antico nome di Porto Santa Venere, ingiustamente e silenziosamente cancellato.

PIANO COMUNALE SPIAGGIA

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Mentre la Spiaggia del "Totem Verde" comincia ad essere frequentata dalle ruspe, costruttrici di un altro "pezzettino" di lungomare, confermano che sarà nei prossimi giorni in discussione, per la definitiva approvazione in Consiglio, il Piano Comunale Spiaggia con le relative Norme tecniche di attuazione. Obbedendo alla nostra missione informativa ci sembra opportuno fornire ai nostri affezionati lettori la bozza in discussione, che sarà possibile scaricare in pdf (e le relative mappe in jpg). Da una rapida lettura (grazie al web assieme all’amico “ masaniello centroamericano ”) ci sembra utile segnalare alcune “ discrepanze ”, dovute ad una poca chiarezza dei termini che potrebbero ingenerare qualche involontario uso improprio o inquinante del demanio. Ovviamente le segnaliamo queste discrepanze, sia a vantaggio dei nostri utenti che dei nostri amministratori del monte, nel caso avessero il dubbio che chi vive sulla costa sia “ abilitato ” alla cittadinanza attiv

GRAZIE...

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Come un "Pesce d'Aprile" prende il via la distruzione della ex-Gaslini ed inizia il grande investimento turistico. Come già detto in precedenza, non nutrivamo dubbi sull'esito della vicenda. ORA SENTIAMO DI ESPRIMERE UN GRANDE RINGRAZIAMENTO: Al Sindaco e la sua giunta, per essersi fatti portatori dei reali bisogni della collettività "intera"; a tutti i Consiglieri Comunali, che esaltando il loro ruolo hanno dato pieno ascolto ai bisogni di partecipazione delle "frazioni"; agli imprenditori privati, turistici e non (o calabresi e non) che, investendo le loro poche risorse economiche, porteranno il tanto agognato lavoro pulito anche nella nostra costa malsfamata; a tutti gli amministratori di enti intermedi, enti vari, sindacati ed associazioni, per l'attenzione dimostrata verso le sorti della città e del territorio, ed ancor più, per l'inattesa attenzione elargita ai poveri residenti cittadini della "città del mare" che unanimi