1948-2008: 60° ANNIVERSARIO

E' sorprendente la coincidenza delle date! Proprio 60 anni fa, nel lontano 1948, venne costituito il primo comitato per rivendicare l'autonomia amministrativa dell'area costiera. Il suo nome è emblematico nei termini: Comitato di Agitazione Pro Autonomia Comunale "Porto S. Venere".
Il termine "agitazione" salta all'occhio! Difatti non portò loro molto bene: quel termine prestò il fianco all'aggettivazione di "agitatori" dei suoi componenti e questo, in quegli anni post-bellici, non si rivelò utile alla causa.
Alcune delle loro rivendicazioni sono in parte riconoscibili in quelle di oggi, ma oggi possiamo affiacarne ben altre e ben più sostanziose.
Con il sostegno dell'On. Larussa si riuscì a presentare nel 1950 quella che fu la prima Proposta di Legge per la costituzione del nuovo Comune di Porto Santa Venere (che è inserita in allegato all'attuale Progetto di Legge Regionale). Allora il procedimento era differente: occorreva una legge statale a far nascere un nuovo comune, oggi tale competenza è trasferita alle Regioni; anche i requisiti erano differenti: il nuovo comune doveva avere solo 3000 residenti, oggi si è più che triplicato.
Credo di fare cosa utile a tanti nel mettere a disposizione, su questo blog, la riproduzione in PDF del volumetto (basta cliccare sulla sua immagine, posta a lato) di qualche decine di pagine che gli "agitatori" pubblicarono nel '48 a sostegno delle ragioni di quella orami storica proposta. Nel retro di copertina troverete una nota in cui sono elencati in ordine alfabetico i componenti del comitato di agitatori, estratti integralmente dalla controreplica ufficiale del Comune (che pubblicheremo nei prossimi giorni), nella quale viene messo in risalto il dato della loro provenienza: evidenziare come fossero tutti provenienti da altri comuni, consentiva di contrastare efficacemente la pretesa di un riconoscimento giuridico all'identità specifica di quella comunità.
Rileggerlo aiuta a riconoscerci delle radici ben più profonde di quanto avessimo potuto immaginare.
I centri costieri, ieri come oggi, sono relegati a periferia di Vibo, tutt'altro che coinvolti in un disegno di sviluppo; Vibo oggi “esprime” la sola veste istituzionale dei centri costieri, senza riuscire ad esprimerne efficacemente le potenzialità, i diritti ed a regolarne i doveri.
In ciò, nonostante la popolazione residente si è più che triplicata e nonostante l'evoluzione culturale che ci separa da quegli anni, nulla è cambiato rispetto al '48.
Ciò che è cambiato è che oggi sono le due comunità a vivere malamente questo scarto geografico. Il rischio della progressiva decadenza dei due centri urbani è da scongiurare!
Vibo necessita di amministratori che si possano dedicare a tempo pieno ai suoi gravi problemi e che, per esempio, difendano le strutture sanitarie della città capoluogo, ne rafforzino il suo programmato sviluppo verso il Poro ed il Mesima.
Analogamente i problemi legati alla difesa della costa potranno essere meglio affrontati e risolti da nuovi amministratori: è forte l'esigenza, in particolarmodo dopo il 3 luglio e l'abolizione delle Circoscrizioni con la Finanziaria 2008, di amministratori che possano dedicare l'interezza del loro mandato, in egual modo e con uguali tempo, alle città del mare e della terra.

Il nuovo centro urbano del resto nasce proprio sotto l’insegna dell'accorpamento, e non della secessione, puntando all’unione di cinque nuclei abitativi (Bivona, Portosalvo, Longobardi, San Pietro e Vibo Marina) allo scopo di realizzare comuni stretegie di sviluppo, aggreganti e concertate con i centri costieri della provincia.
In pratica, per equivalente aggregazione demografica, è sorprendente notare che con la creazione del nuovo comune sarebbe come aggregare in uno solo ben 10 comuni della provincia vibonese (Polia, Dasà, Vazzano, Capistrano, Simbario, Zaccanopoli, Mongiana, Spadola, Brognaturo e Vallelonga).
Scarica anche da quì l'intera Proposta di Legge in PDF con cartografia a colori
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