LE LEZIONI DEL FANGO

Da tempo pensavamo di dedicare un post all'alluvione del 6 luglio 2006. Mentre il tempo trascorre in attesa che venga realizzato qualche intervento strutturale utile a scongiurare simili tragiche conseguenze (i cavalcavia posti sopra i torrenti continuano a restare quelli di allora, cioè "tappi" per le acque in piena), il web, come sempre, si rivela una preziosa fonte di documentazione: abbiamo rintracciato una poesia ed una relazione in cui la "nostra" alluvione diventa simbolo.
Simbolo poetico e simbolo teorico-scientifico. Così approfittiamo dell'occasione per pubblicarli entrambi simbolicamente.

Sul sito dedicato alla Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007, realizzato dal nostro governo, tra le tante relazioni compare quella del Prof. P. VERSACE (lo stesso prof dell'Università della Calabria al quale è stato assegnato lo studio dell'evento e la proposta di un piano per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio), dal titolo: "L’impatto dei cambiamenti climatici sulle strategie di difesa dal rischio idrogeologico". La pubblichiamo qui per intero perchè tra le slides compare la spiegazione di quanto accaduto quel tragico 06.07.06, con alcune analisi ed alcune proposte per il futuro. Restiamo in ricerca ovviamente del Piano Versace, ed appena in nostro possesso saremo ben lieti di pubblicarlo.
Su un blog invece abbiamo rintracciato una poesia dal titolo "Acqua e Fango" che invece pubblichiamo qui integralmente.

Dalla collina al mare
fulminea e possente
giunge violenza immane
d’acqua e fango
fango e pietre
pietre e dolore
dolore e fine innocente:
Nicola e Ulisse
Antonio
piccolo Salvatore addio.

Dal Sant’Anna al Trainiti
dal Bravo a La Badessa
giunge impeto greve
d’acqua e fango
fango e paura
paura e suppliche
negli occhi di chi fugge
nella forza di chi salva:
rovina più grande
se nel buio della notte.

Dai palazzi lontani
giunge eco sprovveduto
dal mare oscuro
solitudine e pianto d’acqua e fango.
Oggi più di ieri Bivona e San Pietro
Longobardi e Portosalvo
luoghi antichi, abbandonati.
Vibo Marina
bel porto Santa Venere
paese nuovo, abbandonato.

Dalla solidarietà mancata
agli egoismi di sempre
dalla solidarietà vera
di chi accorre libero e leale
dai poveri più poveri
dai giovani dal volto d’acqua e fango
giunge amarezza e semi di speranza
speranza ed incertezza:
ricominciare
o andar via ?

Dalla terra mirabile e inferma
del principio e dei padri
dei giochi e della scuola
del lavoro e del piacere
da Vibo a Serra, da Pizzo al Poro
giunge vigorosa sveglia al torpore d’ogni uomo
alla coscienza di colui che non rispetta
al meschino che ancora non governa
e nulla impara e nulla impara
d’acqua e fango.
Tre luglio duemilasei (edm)

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