MENO LOTTIZAZZIONI E PIU' INFRASTRUTTURE, ad iniziare dalle strade d'accesso (e vie di fuga).

Attualmente per accedere al centro storico ed all'area portuale bisogna passare sotto un ponte stretto e basso(mt.3,5o). Uscire é ancora più difficoltoso, in quanto é necessario infilarsi sotto un ponte di dimensioni ancora più ridotte (mt.2,5o).
Sembra incredibile, ma mentre altrove sono state costruite strade inutili e viadotti dai quali non passerà mai nessuno, le vie d'accesso a P.S.V. sono rimaste quelle di 8o anni fa. Una volta superato l'ostacolo, per raggiungere il molo di sottoflutto ed il porto turistico bisogna percorrere una strada (via Emilia) che consente a stento il passaggio incrociato di due autovetture.
Queste inadeguate vie d'accesso rappresentano, per converso, degli ostacoli artificiali per un'eventuale evacuazione ordinata dal centro abitato.
I più giovani non avranno sicuramente memoria di quanto accaduto nel 1963 quando, in seguito ad un'esplosione avvenuta su una nave-cisterna ancorata nel porto, si sviluppò un incendio che rischiò di raggiungere i depositi costieri di carburante. Il panico, in quell'occasione, si diffuse in poche ore e la situazione rischiò di precipitare quando la popolazione cercò disordinatamente vie di fuga per mettersi al riparo dall'incombente pericolo. L'esodo, in quel caso, venne fortemente ostacolato dalle barriere rappresentate dai due ponti sui quali passa la linea ferroviaria(e 45 anni fa la popolazione ed il numero di automobili non era certamente quello attuale).
Ai pericoli di allora, ancora presenti a causa della mancata delocalizzazione dei depositi costieri (operazione che, fra l'altro, consentirebbe il recupero di "spazio vitale"), si é ultimamente aggiunta un'altra ipotesi di rischio, costituita dalla possibilità, anche se remota, che un'onda anomala possa raggiungere la costa partendo dalle isole Eolie in seguito ad eventi sismici. Si tratta di uno scenario che nel 2004, dopo il distacco di pareti laviche dall'isola di Stromboli, suscitò viva apprensione fra gli abitanti della zona costiera.

Riveste dunque carattere prioritario l'esigenza di progettare ed attuare in tempi rapidi soluzioni che consentano un agile accesso alla cittadina ed un'evacuazione ordinata in caso d'incidente o di calamità naturale.
Nel corso della manifestazione del 12/1/2008, la moderatrice lanciò l'idea di indire un concorso nazionale per ridisegnare la nuova "città di mare".

Quel suggerimento é da considerare positivamente, ma da questo blog vorrei anche invitare i nostri giovani, laureati o studenti in ingegneria e architettura, a cimentarsi con le loro idee nella progettazione della Porto Santa Venere del futuro.

Commenti

EOS ha detto…
Stavo giusto ripensando all'idea del concorso di idee. Sono stato contattato dall'arch. D.Santoro, il quale mi informava di una iniziativa che, partendo dal post alluvione, proponga a concorso la progettazione appunto della "città di mare".
Ovviamente tale iniziativa concretizzerebbe quanto da te sostenuto e ricordato, e darebbe l'opportunità ai giovani di cimentarsi con questa sfida. Ne hanno parlato proprio in questi giorni i giornali e non sarebbe male "sposare" in pieno la proposta. Di ciò ne potremo parlare mercoledì, intanto, consiglio un giro sul sito http://www.urbaterr.it dal quale è possibile scaricare la bozza di bando. Su tale iniziativa sto elaborando un prossimo post.

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