SINTESI DI STAMPA
Ringraziamo la stampa che ha pubblicato il nostro pubblico ringraziamento agli assessori comunali Romeo e Barbuto.
Ovviamente nella sintesi della Gazzetta e de Il Quotidiano lo spirito del nostro ringraziamento non può essere totalmente colto, percui rinviamo agli stessi una "gita informativa" sul nostro sito.
Approfittiamo dell'occasione per segnalare, sempre su Il Quotidiano di oggi, un articolo molto interessante sulla pratica delle lottizzazioni nel nostro comune.
Noi ne stiamo parlando da tempo ed il Pasquino viene in nostro soccorso con alcune notizie in più e considerazioni tutt'altro peregrine.
E' interessante notare come quelle considerazioni inducano ad una ulteriore riflessione sull'esistenza di un diverso modo di applicare le norme urbanistiche nel territorio.
Nella città delle "alici marinate" (da oggi la chiameremo così per distinguerla opportunamente sia da quella della ItalyHomes che da quella del capoluogo) quando si debbono costruire in un solo botto 200 tipologie di appartamenti basta soltanto il parere degli uffici tecnici, diventa cioè una banale pratica amministrativa... al contrario, nella città capoluogo di provincia, quando si costruisce con lo stesso impatto socio-urbanistico la pratica ha maggior valore, prevedendo un solo percorso obbligato: occorre "esclusivamente" una delibera confermativa del Consiglio Comunale!
Confessiamo la nostra ignoranza sulle norme urbanistiche, tant'è che al quesito, per la sua scontata banalità, non riusciamo a dare nemmeno un bricciolo di dignità... però non sembra del tutto balzano porselo, anche perchè se soltanto le avessero chiamate con il termine più appropriato - "lottizzazioni" invece che "villaggi turistici" - forse saremmo riusciti ad ottenere quello che riteniamo socialmente più corretto: qualche benefica struttura pubblica.
Non comprendiamo...
Chissà se qualche architetto o ingegnere può spiegarci le ragioni del diverso approccio/percorso autorizzativo?
Commenti
In questi giorni ho incontrato alcuni turisti:
lo sai che sono incavolati neri quando hanno scoperto che la nostra città non era un comune? "Ma come sperate di poter migliorare?" hanno concluso!
Se provate a leggere le norme che regolano il nostro territorio capirete che di quest'ultimo si può fare quello che si vuole. Ci sono pochissimi vincoli sia di natura tecnica che estetica.
E' chiaro che in questo modo sia molto facile costruire qualsiasi cosa.
Il Piano Strategico è un'ottima opportunità per garantire al nostro territorio, alle nostre città, al nostro mare, alla nostra storia quella protezione necessaria a garantirne la continuità. Ma se provate a fare un commento sul blog di Città Futura puntualmente non viene pubblicato. E' come sbattere la testa contro un muro.
Nell'attesa però mi preme ribadire che da quanto ho capito il Piano Strategico non è affatto uno strumento normativo: vi si elaborano delle progettazioni di massima x richieste di finanziamenti (POR; PIP; PUP; PER; PUF; PAF...) ma non stabilisce regole; è concertato ma non vincolante, percui... non è affatto uno strumento di tutela. Se tu prepari una scheda, e viene poi finanziata da un ente... il comune la farà sua ed ovviamente quel progetto si limiterà a condizionare l'uso di quella fetta di territorio in cui andrà ad essere realizzato. Ma le norme rimangono sempre quelle. Quali?
Se provate ad andare in qualsiasi comune d'Italia, anche tramite internet, per esempio Firenze, ma anche comuni molto piccoli, scoprirete che ognuno possiede un piano strategico ed un nuovo regolamento.
Siamo forse speciali noi?
Concordo che spesso i due piani viaggiano insieme, anzi, proprio per favorire in senso sociale gli investimenti privati previsti o prevedibili nel Piano Strutturale di un comune, si ricorre al Piano Strategico per condividerne finanziamenti utile. Ma da noi, non essendo palesemente dichiarata tale strategia, si gioca con le partecipazione...