INTERVISTA... TRA IL QUOTIDIANO E LA STORIA.

Lunedì scorso, 27 ottobre 2008, è stata pubblicata su Il Quotidiano una intervista richiestami con molta cortesia da un loro bravo giornalista. Mi era sembrata una buona occasione per fare il punto sulle nostre ragioni ed informare sullo stato dell'iter amministrativo. Constato però che, al contrario del secondo, il primo obiettivo è stato appena sfiorato.

Comprendo che le esigenze di impaginazione abbiano costretto ad adeguare le risposte, sacrificarne altre alle esigenze di spazio, ma alla fine... quell'articolo non riesce ad essere esaustivo, anzi, appare quasi che il nostro principale disappunto nasca solo dalla carenza dei servizi sanitari, mentre in realtà questo è solo uno dei punti di crisi che la nostra comunità oggi è costretta a constatare.
Tant'è che le risposte date erano in realtà tante ed ognuna data senza tergiversazioni; non escludo che vengano riprese in altri momenti e per altre emergenze, però... ritengo utile pubblicarle integralmente sul nostro sito, fornendo così l'opportunità di confrontare il prima (il testo fornito) con il dopo (il testo pubblicato), rimendiando in parte a quella sensazione "ma questo non dice nulla di nuovo" che potrebbe provarsi alla lettura di quell'intervista, il che sarebbe un danno, oltre che una beffa, ai quale intendo sottrarmi immediatamente.
Certo, l'effetto è meno incisivo di quello che si sarebbe avuto con l'integrale pubblicazione ma comunque è importante, anche solo per non farsi "costringere" in quella ben nutrita schiera di quanti parlano senza dire niente... dare testimonianza di quanta chiarezza sia stata in realtà messa in gioco in quest'ultima occasione è in realtà importante!
Un esempio? Beh! C'era questa domanda con la sua risposta:
"Di recente, anche sulla stampa, è emersa la problematica relativa al PetCoke. Malgrado l’impegno del consigliere Cammarota l’argomento non è ancora giunto in consiglio comunale. Cosa significa ciò?
Dimostra che anche solo l’ascolto, non dico la soluzione, di un problema che riguarda la comunità costiera è subordinato a qualcos’altro, il che è ancora più aberrante in un consiglio comunale che si è dato all’unanimità un Codice Etico. Non conosco l’articolato di quel codice, che ho inutilmente cercato anche per renderlo pubblico sui nostri siti, ma immagino che quanto meno un obbligo etico a trattare argomenti così importanti posti all’Odg, a firma di ben otto consiglieri, sia stato inserito, altrimenti a che serviva? Vede, non è una bella cosa vedere che i tuoi amministratori sanno che l’Italcementi usa il PetCoke come combustibile da qualche annetto, e che nonostante sia dichiarata la sua pericolosità, nulla fanno per rivedere, a tutela sempre della salute pubblica, il sistema di controllo emissioni, il sistema di trasporto o il suo sistema di stoccaggio. Tra l’altro sono atti dovuti all’autorizzazione della stessa attività produttiva. Cosa significa ciò? Nulla di buono!

Con la scusa che il forno di quella fabbrica raggiunge temperature di 1600 gradi presto gli si consentirà di bruciare di tutto, dal Petcoke alle finte balle di CDR, permettendo contemporaneamente di costruirvi palazzi fin sotto le mura di recinzione della fabbrica, contravvenendo a tutte le norme previste a tutela dei centri abitati in cui sono collocate Industrie Insalubri di Prima Categoria. Il Petcoke, per legge, visto che è un prodotto di scarto del petrolio, è classificato come rifiuto pericoloso fuori dal luogo d’ utilizzo come combustibile, e quindi come tale va trattato in quei luoghi, come quelli dello sbarco, del trasporto e del deposito, fuori dalle mura dello stabilimento, e questo vale prima di tutto a tutela della salute di quanti lo maneggiano, e poi della comunità. Altra cosa sono le emissioni, per le quali, contraddittoriamente, ancora non resta che fidarci dei dati che fornisce la cementeria: i suoi dati sono gli unici utilizzati anche a tutela della salute dei lavoratori. Per noi quella fabbrica coincide con la nostra storia recente, la “nostra” cementeria è un patrimonio comune, se però si antepongono i suoi interessi economici, diretti o indiretti, ai nostri diritti alla salute vuol dire che qualcuno non ha compreso pienamente il suo ruolo istituzionale, né quello imprenditoriale."
Tanta chiarezza la debbo a me, così come lo debbo a quanti ci seguono con entusiasmo su questo sito e nella nostra città portuale.
Grazie a questo sito è possibile documentare un percorso che si avvia a diventare storico, dirompente per il suo valore etico, e sarebbe un peccato che la storia resti priva del testo integrale di quella intervista, così come è stato un peccato che nessun vibonese o portosantavenerino possa averla letta nella sua interezza.
Rimediamo? Rimediamo e... Buona ri/lettura!
Antonio Montesanti


NEWS: VALUTAZIONE D'IMPATTO AMBIENTALE PER LAVORI DI PROTEZIONE DELL'ABITATO DELLA FRAZIONE MARINA.

E' disponibile presso il Settore 6 del Comune di Vibo Valentia un progetto a protezione della frazione marina relativo alla elimazione delle barriere radenti, la realizzazione di due barriere sommerse, di un nuovo pennello ed infine due nuovi pennelli alla foce dei torrenti (?) per "liberarne" (?) la foce.
La notizia la ricaviamo dal BURC del 10 ottobre scorso. Secondo quanto previsto dalla procedura VIA, chiunque, previa richiesta scritta, può prenderne visione ed esprimere considerazioni nel merito, entro il prossimo 1 Dicembre.
Ovviamente era inutile attendersi la pubblicazione sul sito istituzionale del comune; meno osservazioni si fanno prima si cantierizza l'opera.

Commenti

Anonimo ha detto…
il quotidiano di oggi sarà la storia di domani...
Oggi si tirano le somme del passato, domani si tireranno le somme del nostro presente in termini di sviluppo economico ma anche di qualità della vita e della salute di tanti uomini che sotto le ciminiere della cementeria sono nati e vissuti.....
Se agli amminisratori non comprendono lo stato (e la gravità) delle situazioni o se ancora peggio nn vogliono capirle, a noi cittadini di Porto Santa Venere per far valere i nostri diritti quale arma democratica rimane??? :-)
Anonimo ha detto…
Non potevamo usare "arma democratica" migliore che quella che ci condurrà prima o poi ad istituire il nuovo e migliore comune di Porto Santa Venere, usando le leggi oggi in vigore.
Condivido quanto fate per tutti noi ed al momento opportuno faremo sentire la nostra volontà con il referendum.
Francesca

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