AIUTO! SALVATECI DA TALI AMMINISTRATORI!
La notizia ci era sfuggita, ma siamo comunque riusciti a rintracciarne una sintesi dal sito della Gazzetta del Sud, che in data 24 aprile 2009 pubblica: La giunta comunale recepisce il Piano d'Emergenza, nel titolo, ed all'interno dell'articolo si scopre che quel Piano è stato redatto nel 2005. Ma qual'è l'emergenza?Probabilmente quella riferita ad un atto amministrativo che sembra disastroso in se! Che senso ha adottare un piano redatto nel 2005 (pare dalla Provincia di Vibo Valentia) senza prendersi la briga di integrarlo alla luce degli esiti drammatici dell'Alluvione del 2006, delle risultanze del Piano Versace o degli approfonditi studi del Camilab di Cosenza?
E' stato scritto "meglio questo ora... che niente"! Mah! Noi avremmo ben volentieri atteso qualche altro giorno pur di non ritrovarci con l'amarezza di scoprire che è stato recepito un Piano... che non può vedere segnate, nero su bianco, le attuali aree di rischio e che renderebbe vana, quando addirittura non pericolosa, ogni ipotizzata azione volta a mettere in sicurezza la popolazione!
E' un atto incomprensibile che speriamo di poter presto comprendere... anche nelle sue possibili conseguenze, non appena riusciremo a leggerne copia!
A meno che l'amministrazione non abbia voluto in tal modo rimediare a qualche scadenza, riservandosi d'integrarlo successivamente, l'approvazione di un Piano d'Emergenza del 2005, in un comune con un reticolo idrografico interamente saltato l'anno dopo, nel 2006, appare una immeritata quanto pericolosa beffa!
Speriamo di non doverlo mettere in pratica prima dell'obbligato adeguamento!
Ricordiamo infatti a così solerti amministratori che l'assetto idro-geomorfologico del nostro territorio è caratterizzato da così tante zone a rischio elevato, che va in tutti i modi evitato di considerare la messa in sicurezza (ed i relativi Piani d'Emergenza) come un "buco amministrativo" a cui mettere un "tappo" provvisorio, anche perchè, proprio riferendoci al solo rischio idraulico, il Piano per l'Assetto Idrogeologico della Calabria, ha individuato, nei complessivi 46,34 Kmq del territorio comunale:
"388.404 metri quadrati a rischio R2;
57.748 metri quadrati a rischio R3 (dove esiste la possibilità di danni anche alle persone);
173.608 metri quadrati a rischio R4 (dove esiste la possibilità di perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici ed alle infrastrutture e attività socioeconomiche);
che sono state individuate Aree di Attenzione di 900.424 metri quadrati e Zone di Attenzione 2,5 chilometri quadrati che per lo stesso PAI sono da considerare a rischio molto elevato;
che sono state rilevate nel capoluogo e nelle frazioni di Vibo Marina, Bivona, Porto Salvo, Longobardi, San Pietro, Piscopio, Vene e Triparni, frane attive e quiescenti;
che il totale delle superfici a rischio (R3 + R4) è di 16,29 HA" (vedi articolo allegato).
Se a tutti questi numeri... aggiungiamo il numero dei cittadini a rischio... beh! vien su prepotentemente, verso l'ugola, un incontrollabile impulso a gridare AIUTO! Salvateci da tali amministratori!
Per aiutarvi a comprendere il nostro grido, date pure una lettura all'articolo "UN DISASTRO (QUASI) ANNUNCIATO" scritto del geologo Mario Pileggi, e pubblicato, a poche settimane dall'alluvione, sul Mensile di Notizie e Commenti del Consiglio Regionale, "Calabria" del luglio/agosto 2006.
E' stato scritto "meglio questo ora... che niente"! Mah! Noi avremmo ben volentieri atteso qualche altro giorno pur di non ritrovarci con l'amarezza di scoprire che è stato recepito un Piano... che non può vedere segnate, nero su bianco, le attuali aree di rischio e che renderebbe vana, quando addirittura non pericolosa, ogni ipotizzata azione volta a mettere in sicurezza la popolazione!
E' un atto incomprensibile che speriamo di poter presto comprendere... anche nelle sue possibili conseguenze, non appena riusciremo a leggerne copia!
A meno che l'amministrazione non abbia voluto in tal modo rimediare a qualche scadenza, riservandosi d'integrarlo successivamente, l'approvazione di un Piano d'Emergenza del 2005, in un comune con un reticolo idrografico interamente saltato l'anno dopo, nel 2006, appare una immeritata quanto pericolosa beffa!
Speriamo di non doverlo mettere in pratica prima dell'obbligato adeguamento!
Ricordiamo infatti a così solerti amministratori che l'assetto idro-geomorfologico del nostro territorio è caratterizzato da così tante zone a rischio elevato, che va in tutti i modi evitato di considerare la messa in sicurezza (ed i relativi Piani d'Emergenza) come un "buco amministrativo" a cui mettere un "tappo" provvisorio, anche perchè, proprio riferendoci al solo rischio idraulico, il Piano per l'Assetto Idrogeologico della Calabria, ha individuato, nei complessivi 46,34 Kmq del territorio comunale:
"388.404 metri quadrati a rischio R2;
57.748 metri quadrati a rischio R3 (dove esiste la possibilità di danni anche alle persone);
173.608 metri quadrati a rischio R4 (dove esiste la possibilità di perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici ed alle infrastrutture e attività socioeconomiche);
che sono state individuate Aree di Attenzione di 900.424 metri quadrati e Zone di Attenzione 2,5 chilometri quadrati che per lo stesso PAI sono da considerare a rischio molto elevato;
che sono state rilevate nel capoluogo e nelle frazioni di Vibo Marina, Bivona, Porto Salvo, Longobardi, San Pietro, Piscopio, Vene e Triparni, frane attive e quiescenti;
che il totale delle superfici a rischio (R3 + R4) è di 16,29 HA" (vedi articolo allegato).
Se a tutti questi numeri... aggiungiamo il numero dei cittadini a rischio... beh! vien su prepotentemente, verso l'ugola, un incontrollabile impulso a gridare AIUTO! Salvateci da tali amministratori!
Per aiutarvi a comprendere il nostro grido, date pure una lettura all'articolo "UN DISASTRO (QUASI) ANNUNCIATO" scritto del geologo Mario Pileggi, e pubblicato, a poche settimane dall'alluvione, sul Mensile di Notizie e Commenti del Consiglio Regionale, "Calabria" del luglio/agosto 2006.
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Esterefatto!