LE IRRAGIONEVOLI RAGIONI DELL'EMERGENZA

Le sue considerazioni le estraiamo da un articolo di oggi sulla Gazzetta del Sud.
E' da qualche anno che lavora sul PSC della nostra città, forse prima dell'alluvione 2006, percui se oggi afferma che l'edificabilità (essendo gran parte del territorio comunale "zona R4") è condizionata agli interventi di messa in sicurezza, è da sciocchi non dargli credito.
“Messa in Sicurezza prima di tutto”, noi lo diciamo invano dal 4 luglio 2006.
Lo scenario era chiaro un po’ a tutti ma lo si è in qualche modo voluto sottostimare.
Per fortuna però le cose cominciano ad andare per il verso giusto, e grazie alla Provincia, alcuni lavori di messa in sicurezza sono partiti: sui torrenti Calzone (Bravo) e Galera (Antonucci) le ruspe sono già in azione, sul S. Anna ed il Cutura (La Badessa) partiranno a breve.
Ovviamente aprendo gli attraversamenti stradali vengono messe “in luce” tubazioni di tutti i tipi (

Fa tenerezza vedere gli operai districarsi tra quelle "piccole sorprese", intenti a portare a termine il loro lavoro.
Constatiamo però con amarezza che gli argini non verranno allargati! Già... ma non per cattiveria. E' ovvio che senza un piano complessivo, non è possibile farlo:
palazzi e muri di recinzione ormai lambiscono gli argini e buona parte del percorso è ormai ufficialmente un tratto di strada, un’intera via asfaltata, o l’accesso ad un cortile.
Qui ora non c'è null'altro da fare: non si può fare altro che abbassare gli alvei, e ricoprire il tutto col cemento armato, sperando sia possibile evitare di andar più giù, oltre il livello del mare.
La messa in sicurezza, condizionata dal disordine o dall’abuso edilizio esistente (e dunque per definizione insicura), comunque procede… più che interventi utili a "mettere al sicuro" il territorio o le persone, sembrano lavori utili solo a "limitar

Anche perché, se la Provincia si è in qualche modo mossa, il Comune non è stato da meno:
ha avviato dal 2006 ad oggi un intelligente processo di urbanizzazione nelle aree a rischio lungo la costa, sulla collina e su alcuni argini di torrenti che presto condurranno alla riperimetrazione del PAI vibonese, con la conseguente riduzione delle zone a rischio frana ed esondazione.
Fantastico! Nessuno altro avrebbe potuto immaginare una simile audace soluzione: “edilizia rischio-mitigante” l’ha già soprannominata qualche esperto del settore idrogeomorfologico!
Santa Venere, Marinate, Cocari, Longobardi, Sant’Andrea… chiamarle solo lottizzazioni è r


Vedrete, dinanzi a tante audaci soluzioni, presto il "blocco edilizio" attuale si rivelerà solo un "blocco mentale" e potremo ben dire d'essere usciti dall’Emergenza Alluvione. Troppe contraddizioni e ritardi? Non è vero! E' ormai evidente che dalla condizione d’Emergenza, per qualche irragionevole ragione, ora... non convenga uscire.
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