LO SBARCO DEGLI ALLEATI A PORTO S.VENERE (1943)

Il 3 settembre 1943 l' VIII Armata del generale Montgomery sbarcava in calabria dopo aver conquistato la Sicilia.Iniziava l'operazione "Baytown".
Dopo aver occupato Reggio, la 5^ Divisione di Fanteria Britannica e la 1^Divisione di Fanteria canadese iniziano a risalire la penisola, mentre le forze tedesche presenti in Calabria, la 26^ e la 29^ Divisione Panzer Granadier, si ritirano velocemente verso nord in previsione di uno sbarco anglo-americano in grande stile, che avverrà a Salerno il 10 settembre.
Con l'intento di tagliare la ritirata ai reparti della 29^ Panzer Grenadier, che avevano già abbandonato la linea Nicotera-Laureana, nella notte tra il 7 e l'8 settembre, gli Alleati effettuano uno sbarco "hook" da tergo "near Pizzo at Porto Santa Venere".
La storia di quello sbarco e dei combattimenti che ne seguirono viene qui ricostruita servendosi della documentazione ufficiale di fonte britannica (H.M.S.O.-Herr Majesty's Stationary Office,London). Da tale fonte si apprende che il 6 sett.1943, il gen.Dempsey aveva deciso che la 231^ Brigata, detta Brigata Indipendente, tenuta fino allora di riserva, sarebbe sbarcata la mattina del giorno 8, avrebbe costituito una testa di ponte a Porto S.Venere e tentato di tagliare fuori le truppe tedesche in ritirata, posizionandosi di taglio alla strada statale 18, che era l'arteria utilizzata dalle divisioni germaniche.
Le navi h.m.s.(herr majesty's ship) "Erebus" (pontone armato), "Aphis" e "Scarab" (cannoniere) avrebbero assicurato l'appoggio navale. Il vice-maresciallo dell'Aria Broadhurst aveva, dal canto suo, organizzato un imponente supporto aereo: 90 caccia-bombardieri inglesi "Kittyhawks" per attaccare le posizioni tedesche; 70 kittihawks americani con il compito di kitragliare a bassa quota e bombardare a tappeto; oltre a 25o "Spitfires" disponibili per assicurare un continuo pattugliamento sulle truppe da sbarco, mentre il servizio di ricognizione sarebbe stato assicurato dal 225^ squadrone R.A.F.
Il tempo per preparare l'operazione, considerando che il convoglio d'assalto era partito da Messina alle 6.3o p.m. del 7 settembre, era stato molto limitato, per cui non fu possibile trovare con precisione il punto esatto per effettuare lo sbarco. Era infatti stato dato come riferimento il "breakwater"(frangiflutti) di Porto S.Venere. Presumibilmente si trattava della barriera di "Pennello" posta a ridosso del porto e non del molo, che in inglese viene indicato con la parola "dock". Ma nell'oscurità di quella notte, risultò impossibile scorgere il suddetto breakwater. Il risultato fu che la mattina dell'8 le prime truppe sbarcarono in un posto diverso da quello previsto. Fortunatamente per loro, gli inglesi non incontrarono resistenza, eccetto qualche sporadica raffica proveniente dalla sorveglianza costiera. Ma alle 8.15 a.m., appena le truppe uscirono dai mezzi da sbarco per guadagnare le posizioni, piombò su di esse una colonna mobile della 26^ Panzer Grenadier guidata dal 4^Reggimento Paracadutisti. Alle 9.4o otto bombardieri tedeschi in picchiata attaccarono il naviglio al largo. Nel pomeriggio il colonnello von Usedom ordinò un attacco da sferrare con determinazione sul reggimento inglese "Hampshire", che teneva la parte nord delle posizioni alleate. Ne seguì una violenta battaglia caratterizzata da combattimenti ravvicinati, spesso corpo a corpo. L'attacco tedesco non ebbe successo e verso l'imbrunire l'intera colonna tedesca si ritirava verso nord. A testimoniare che si trattò di una dura battaglia e non di una semplice scaramuccia, bastano i dati forniti dalla fonte britannica: i caduti fra le forze alleate ammontarono a circa 200, mentre tre mezzi da sbarco e una torpediniera vennero affondate; non sono fornite notizie in merito alle perdite in campo tedesco ma si menzionano soltanto 11 pezzi d'artiglieria e nove veicoli distrutti. Nelle sue memorie il col. Molony scrisse:"Non vi é dubbio che l'operazione di Porto S.Venere ebbe un importante peso nell'accellerare la ritirata tedesca".
The 251 Brigade on Vibo Valencia Marina, some 25 miles behind the German Line, on 8th September, 1943 and this officer, while in command of L.S.T.65
I pochi abitanti che all'epoca vivevano a P.S.V. videro attraversare le strade del piccolo borgo marinaro da un'armata molto pittoresca. L'8^ Armata, infatti, era forse la formazione più cosmopolita che si potesse immaginare. Comprendeva, oltre ai reparti inglesi e scozzesi, polacchi, australiani, neozelandesi, francesi liberi, sudamericani, indiani, compresi i "gurkhas" con i loro caratteristici turbanti e i lunghi coltelli ricurvi con cui, si diceva, decapitavano i nemici. Ma qualche testimonianza afferma che essi, nei loro discorsi con la gente del posto, non manifestassero molta simpatia per gli inglesi(l'India era ancora colonia britannica).
Alle 19.45 di quel giorno, radio Roma e la B.B.C. comunicarono la notizia della resa incondizionata dell'Italia. Fu così che a Porto S. Venere si era conosciuta la guerra il giorno stesso in cui era finita.
Subito dopo lo sbarco e la ritirata tedesca, gli Alleati trasportarono materiale di ogni genere e il porto di S.Venere verrà utilizzato come area di rifornimenti per la 5^ Divisione britannica che proseguì l'avanzata avendo come prossimo obiettivo Nicastro, occupata tra il 9 e il 10 senza incontrare resistenza.

Nota semiseria: é curioso osservare come le fonti inglesi non menzionino mai il termine Vibo Marina (né,tantomeno, quello di "Marinate"), ma identifichino il luogo dello sbarco come "Porto S.Venere". Più che per aver "liberato" la nostra cittadina, saremo, per questo, sempre riconoscenti verso gli inglesi. Come segno di eterna gratitudine, meglio che restare in eterno amministrati dal Comune di Vibo, potremmo chiedere di diventare leali sudditi di Sua Maestà Britannica...

Commenti

Unknown ha detto…
Complimenti per la rievocazione.Io ho citato lo sbarco dei Royal Marines a Porto San Venere nel mio libro sull'Operazione Baytown. Però debbo dirle che alcune fonti citano come luogo dello sbarco Pizzo. Come mai ? In ogni modo nel memorial del 40 Royal Marines a Portsmouth su una lapide è scritto Vibo Valentia. www.memorials.inportsmouth.co.uk
Cordialmente Giuseppe Marciano
EOS ha detto…
E' del tutto vero. I rapporti inglesi ed americani parlano dell'area dello sbarco (così come dei punti obiettivo di bombardamento dei mesi precedenti) non utilizzando sempre il nome corretto dell'area, ma questo dipendeva esclusivamente dalle molteplici fonti informative (navali, aeree, terrestri, squadroni etc.). L'area di sbarco risulta essere tra Pizzo ed il Porto, percui le fonti hanno utilizzato come toponimo Porto di Santa Venere, Porto di Vibo Valentia o Pizzo. Per collocarlo in maniera precisa utile è il racconto di Lord Healey, che ti segnalo:
http://comuneportosantavenere.blogspot.it/2012/07/lord-denis-healey-da-comandante-del.html

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