IL PETCOKE VIBONESE IN COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA!



Difesi dall'Arcobaleno ... dall'ultima petcokiera.

 "PRESIDENTE. Esiste una zona con la presenza di materie tossiche collegata all’attività dismessa dell’ENI, con riferimenti a carbone. Sono state prese alcune misure?


PREFETTO DI VIBO VALENTIA. Si tratta di petcoke. Il petcoke ha incominciato a essere travasato al porto di Vibo Marina, che è piccolissimo e assolutamente non idoneo per lo sbarco di questo materiale, quando è cessata l’attività a Gioia Tauro, dove veniva precedentemente scaricato dalle navi.
Circa tre anni fa, al porto di Gioia Tauro si è verificata una fortissima protesta sindacale, a seguito della quale l’autorità portuale ha bloccato lo sbarco del petcoke. A quel punto, è stato scelto il porto di Vibo Marina. A Vibo Marina abbiamo proteste continuative ed è in corso un’attività molto intensa della procura della Repubblica su tale zona e in merito a tale attività. Io stessa ho incontrato più volte i rappresentanti di Italcementi, il principale utilizzatore di questo materiale, non solo Italcementi di Vibo Valentia, ma anche quello di Palermo. Il petcoke che serve a Italcementi di Palermo arriva infatti al porto di Gioia Tauro, perché ai porti di Catania, di Messina e di Palermo ne è vietato lo sbarco.
Siamo di fronte a una situazione paradossale. La procura, con la sua attività, ha costretto la provincia di Vibo Valentia a dare prescrizioni precise nelle attività di sbarco, con l’indicazione di diverse cautele. La Capitaneria di porto è intervenuta altrettanto per circoscrivere la zona e costringerne la pulitura al momento dello sbarco.
Da quando è iniziata quest’attività, la Capitaneria di porto, nel mese di luglio dello scorso anno, ha emesso un regolamento, opposto dall’Italcementi al TAR di Catanzaro, il quale, in parte, ha dato ragione a Italcementi, imponendo alla Capitaneria di porto di rivedere il regolamento.
La Capitaneria di porto, a gennaio di quest’anno, ha emesso un nuovo regolamento, concordato anche in sede di prefettura e con l’Avvocatura dello Stato. A questo nuovo regolamento Italcementi si sta adeguando, però da allora si è verificato un solo sbarco di petcoke, molto limitato e sotto il controllo stretto del NOE.
Io stessa ho chiesto agli amministratori delegati di Italcementi, che sono venuti da me a fine gennaio, di scegliere un altro porto, perché quello di Vibo non è idoneo allo sbarco di petcoke."

Il brano che riportiamo integralmente è estratto dalla Audizione dell'11 marzo 2010, [scarica resoconto completo] nella sua "Missione in Calabria della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulle attività illecite connesse al Ciclo dei Rifiuti" [scarica relazione completa interamente dedicata alla Calabria ], è legato all'attività di gestione dell sistema petcoke, del quale il prefetto - all'epoca insiedatosi da poco - si dimostra più che "sorpreso" per la scelta del nostro "non idoneo" porto a tale tipo d'uso.
Anche noi siamo sorpresi che l'argomento petcoke abbia in qualche modo trovato spazio nell'attività della Commissione Parlamentare, nella cui relazione la nostra terra e la nostra provincia appaiono senza scampo, rispetto ad un sistema rifiuti e depurazione delle acque del tutto ingestibile, per come descrive sommariamente il Prefetto nella primavera del 2010. Positivamente sorpresi, ovviamente.
E' cambiata qualcosa d'allora? In positivo non sembra visto che, essendo il nostro deposito di Petcoke dimensionato per servire Calabria e Sicilia, non si può più evitare che lo sbarco avvenga! Nè quindi è possibile impedire l'attracco alle grandi petcokiere (come dimostrato di recente), avendo l'ordinanza della Capitaneria fissato il tetto delle 10.000 tonnellate, tetto che ovviamente coincide col tonnellaggio di una grande petcokiera, non garantendo così che l'operazione avvenga solo ed esclusivamente con navi di dimensioni più piccole!
Noi chiedevamo almeno questo, ed eravamo convinti d'aver condotto tutti alla ragione ... finchè si è proseguito con l'utilizzo di piccole navi cokiere.
Ma è bastato che giungesse in porto, tempo fa, una nave più grossa, per verificare che quella delle piccole navi era solo una scelta del privato!
E' bastato che rigiungesse una grande petcokiera per verificare nuovamente che i modi ed i tempi legati allo sbarco di queste grandi  navi mette in crisi tutto il sistema di sbarco del petcoke, sfuggendo alla corretta gestione che deve impedire dispersioni dipolveri, lo sversamento a mare, controllo dei limiti atmosferici.
Aver letto quest'audizione - nonchè l'intera relazione - nella quale appare la "vibo sotterranea" segna la nostra esperienza e  rafforza la volontà di rivendicare "uno sbarco migliore". Non è mai inutile richiede la salvaguardia della salute di tutti e dell'ambiente, specialmente quando dietro a questi squilibri scopriamo nascondersi altri valori inquinanti.
Del resto una cosa l'abbiamo ottenuta: la proibizione dello sbarco di petcoke nel periodo turistico!
Ci auguriamo che quanti hanno compreso quanto sia importante tutelare la salute dei turisti ... comprendano quanto sia ovvio tutelare anche  ... la salute dei "turistici residenti"! Anche.

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