ORDINANZE EXTREMIS!

Non possiamo fare a meno di riportare integralmente l'articolo di Nicola Lopreato pubblicato stamani sulla Gazzetta del Sud, secondo il quale una nuova Ordinanza del Commissario Delegato all'Emergenza Alluvione Vibo Valentia 2006, bypassando l'aggiornamento del PAI (vedi Autorità di Bacino Regionale) ed il Piano Versace, grazie ad una Commissione di Esperti ... potrebbe dal vicino luglio "sbloccare" il blocco edilizio che attanaglia il vibonese più dei rischi ambientali.
Sapevamo, grazie al sito della Protezione Civile Nazionale che entro il 30 giugno 2011 il Commissario delegato deve provvedere al completamento di tutti gli interventi programmati e avviati per il definitivo superamento delle criticità provocate dall’alluvione nel territorio di Vibo Valentia del 3 luglio 2006. Insomma una sorta di preavviso di conclusione del periodo commissariale, visto che Commissario delegato in sostanza chiude la contabilità speciale e trasmette la documentazione amministrativa e contabile alle amministrazioni e agli enti competenti nella gestione ordinaria, trasmettendo al Dipartimento della Protezione Civile una relazione finale sulle attività svolte e un rendiconto delle spese sostenute.
Ovviamente stiamo cercando online l'Ordinanza Commissariale, che pubblicheremo appena potremo, così come cercheremo a breve di pubblicare gli esiti di questa nuova Commissione. Intanto ... per allenare la mente agli scenari futuri che potranno aprirsi agli esiti dello studio, leggere l'articolo di oggi è d'uopo.

Edilizia bloccata, Scopelliti nomina una commissione Dovrà valutare lo studio degli esperti incaricati dal Comune per un progetto sulle aree a rischio
Nicola Lopreiato


A due anni e mezzo dalla paralisi edilizia qualcosa comincia a muoversi. A prendere in mano la situazione è stato il commissario delegato per l'emergenza alluvione, Giuseppe Scopelliti, che ha firmato un'ordinanza attraverso la quale viene nominata una commissione tecnico-scientifica a cui è demandato il compito di valutare il «rischio residuo nel territorio comunale colpito dagli eventi alluvionali di luglio 2006».
In sostanza la commissione dovrà esprimere un parere tecnico entro pochi giorni (il termine ultimo è fissato per il 29 giugno) attraverso cui valutare la compatibilità dei criteri dell'Autorità di bacino con il lavoro di indagine sulle aree a rischio effettuato da due esperti nominati da palazzo "Luigi Razza" (il prof. Aronica e il geologo Scalamandrè). Agli esperti era stato richiesto uno studio idraulico e geomorfologico per meglio definire le aree a rischio idrogeologico, anche alla luce degli interventi di messa in sicurezza già effettuati e altri ancora in corso.
L'ordinanza del commissario per certi aspetti bypassa in questa fase la stessa Autorità di bacino, anche perché in questo caso la commissione nominata con ordinanza del 17 giugno scorso dovrà tirare fuori un parere tecnico-amministrativo da trasmettere alla struttura del commissario delegato, in altre parole a Scopelliti. Che cosa succederà dopo il 29 giugno quando il presidente della Giunta regionale avrà contezza della situazione esistente sul territorio vibonese? Molti si aspettano che il commissario prenda carta e penna e modifichi o addirittura revochi in toto le ordinanze post alluvione, in base alle quali si poteva costruire solo ed esclusivamente dopo la messa in sicurezza del territorio. A fotografare quella disastrosa situazione era stato in particolare il piano redatto dal prof. Pasquale Versace. E sulla scorta di quelle situazioni di pericolo l'Abr non aveva mai potuto perimetrare il territorio aggiornando il Pai per mancanza di fondi.
Situazione che negli anni si è andata man mano aggravandosi per via della totale paralisi dell'edilizia in seguito all'operazione Golden House (Case d'oro) che ha portato al sequestro di palazzine e ville realizzate in zone ritenute alluvionate.


Ora la commissione nominata da Scopelliti riparte dallo studio effettuato dai due esperti di palazzo "Luigi Razza". Vuole capire se in questi anni qualcosa è cambiata o meno, se gli interventi effettuati a salvaguardia del territorio siano sufficienti per fare ripartire l'edilizia. Quale sarà il giudizio è ancora presto per poterlo affermare ma in tal senso l'Abr si è già espressa ritenendo insufficiente lo studio, almeno per quanto concerne la metodologia seguita dal prof. Aronica e dal geologo Giuseppe Scalamandrè, che più di ogni altro conosce le pieghe del territorio vibonese. L'Abr in una nota trasmessa al commissario delegato, al capo della ripartizione Lavori pubblici della Regione ed alla ripartizione urbanistica del Comune aveva già dato alcune indicazioni sulle metodologie da seguire e, in particolare, chiedeva un'analisi del rischio idraulico di tutti i corsi d'acqua con particolare riferimento alla loro portata in alcuni tratti; nello tesso tempo evidenziava la necessità di attuazione di modelli di calcolo tali da poter simulare la propagazione delle acque che esondano dai corsi d'acqua e prevedere i vari scenari di allagamento.
Cosa potrà fare la commissione in così poco tempo è difficile comprenderlo, anche perché i nodi fondamentali che ancora non si sono potuti sciogliere riguardano da una parte il completamento delle opere di messa in sicurezza del territorio; dall'altra l'assunzione delle responsabilità, visto che molte opere sono state fatte e nessuno ha ritenuto, anche alla luce delle inchieste giudiziarie, di rilasciare permessi a costruire. La decisione del commissario delegato porterà tuttavia a sbloccare alcune aree, probabilmente nella zona alta della città e rinnovare dei vincoli sul litorale. Paletti che dovranno essere apposti dall'Abr attraverso la perimetrazione del territorio che dovrà avvenire entro il 29 febbraio 2012.

Vedi link diretto alla Gazzetta del Sud

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