[TONNARA DI BIVONA] RISPOSTA SCRITTA DEL MIBACT ALL'INTERROGAZIONE DELL'ON. NESCI

Risposta scritta all'interrogazione n. 4-02923
della Deputata Dalila Nesci.
Vibo Valentia. Tonnara di Bivona.
Comunicato Stampa Mibact

"Si riscontra l’atto di sindacato ispettivo n. 4-02923, con il quale l’Onorevole interrogante, premesso che il complesso denominato “Tonnara di Bivona”, di proprietà demaniale, riveste interesse storico e ha fruito di una serie di finanziamenti pubblici ai fini del recupero e uso museale, e che risulta essere stato adibito dal comune di Vibo Valentia per usi diversi da quelli previsti nell’ambito dei finanziamenti erogati, chiede di sapere: sulla base di quale norma il Comune utilizzi discrezionalmente l’immobile; se risultino provvedimenti di concessione d’uso o pareri autorizzativi adottati dall’amministrazione MiBACT; quali verifiche tale amministrazione possa promuovere e quali misure intenda adottare affinché il bene sia restituito alla sua funzione. 
Al riguardo, si comunica quanto segue. L’immobile denominato “Tonnara di Bivona” appartiene al demanio pubblico dello Stato – Ramo Marina Mercantile; è stato riconosciuto di particolare interesse culturale con decreto di questo Ministero adottato in data 6 dicembre 1991 e rientra tra i beni sottoposti alle disposizioni del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” (di seguito Codice). Pertanto, il bene non può essere distrutto, deteriorato, danneggiato, adibito a usi non compatibili il con suo carattere culturale oppure tali da recare pregiudizio alla sua conservazione. Eventuali interventi, di qualsiasi natura, devono essere preventivamente autorizzati dai competente uffici del Ministero, così come è soggetta ad autorizzazione (art. 57-bis del Codice) ogni dismissione, valorizzazione o utilizzazione, anche a fini economici, attuata, rispettivamente, mediante l’alienazione ovvero la concessione in uso o in locazione dell’immobile. 
Nel corso di un sopralluogo effettuato lo scorso 12 dicembre 2014, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia (ora soprintendenza Belle arti e paesaggio della Calabria) ha accertato le condizioni di conservazione del bene, rilevando una situazione di degrado e di abbandono che compromette e inficia i lavori eseguiti con i finanziamenti precedenti, determinando, inoltre, un grave depauperamento del patrimonio storico artistico. Pertanto, la Soprintendenza, atteso che l’immobile risulta sottoposto alle disposizioni di tutela del Codice e che vige per i proprietari l’obbligo di garantirne la conservazione (articolo 30, comma 3 del Codice citato), con nota n. 354 del 22 gennaio scorso, indirizzata all’Agenzia del Demanio–Direzione regionale Calabria e al comune di Vibo Valentia, ha invitato a “realizzare i presidi necessari a scongiurare il progredire del degrado della struttura”, concordando preventivamente con la Soprintendenza modalità e tempi. Ha invitato, altresì, a provvedere al tamponamento provvisorio delle aperture e dei varchi “che attualmente consentono l’introduzione abusiva di estranei nell’edificio e negli spazi di pertinenza esponendoli ad atti vandalici”. La Soprintendenza, pertanto, rammentato che i finanziamenti erogati erano finalizzati alla valorizzazione e alla fruizione del bene, ha richiesto all’Agenzia del Demanio di far conoscere i provvedimenti che, di concerto con il Comune, si intende intraprendere. Con riguardo al pregresso, gli uffici periferici dell’Amministrazione hanno comunicato che. ai loro atti, risulta quanto segue. Sin dal 2005 la allora Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio della Calabria, con nota n. 1564/M del 19 dicembre 2005, indirizzata al comune di Vibo Valentia, aveva espresso parere favorevole, con prescrizioni, alla realizzazione delle opere relative a “POR Calabria 2000-2006. Programma di sviluppo urbano. Asse V Città. Museo del Mare. Centro di Archeologia Marina”. Il 9 dicembre 2011, con la nota n. 3361, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Reggio Calabria e Vibo Valentia, a seguito di segnalazione inviata da “ufficio Stampa comune di Porto Santavenere”, ricordate le norme a tutela dell’immobile (in particolare gli articoli 21 e 22 e 57-bis del Codice, chiedeva al Comune di inviare, con urgenza, il progetto tecnico, il capitolato di gara e il piano di gestione per il recupero museale della Tonnara, al fine di poter esprimere le proprie determinazioni di competenza. Riscontrando la richiesta della Soprintendenza, con nota n. 5865 del 3 febbraio 2012, il Comune - premesso che non rientrava nelle intenzioni dell’amministrazione comunale modificare la destinazione finale della Tonnara - rispondeva che: il complesso immobiliare era stato oggetto di vari interventi di ristrutturazione per il suo completamento; gli eventi alluvionali che avevano colpito la città, avevano, in parte, compromesso il completamento dell’immobile, tanto da richiedere un ulteriore finanziamento per procedere al recupero totale dell’intero complesso; nelle more del riutilizzo del complesso architettonico, atteso che la palazzina e i locali destinati ad auditorium risultavano completati, l’amministrazione comunale aveva “pensato bene di attuare una politica di presidio e vigilanza dei locali ultimati, al fine di preservarli da eventuali atti vandalici”, per cui aveva dato indirizzo al dirigente del settore Polizia Municipale di “dar luogo ad un servizio di vigilanza dell’immobile, mediante l’istituzione di un distaccamento della polizia municipale, in locali posti al primo piano dell’immobile e aveva concesso, su richiesta di una associazione onlus, “in via del tutto temporale e sino al 31.3.2012, l’uso dei locali destinati ad auditorium al fine di realizzare iniziative di carattere culturale e sociale”. Il Comune precisava, anche, che “il succitato utilizzo non comporta alcun intervento di modifica né dei locali e né sull’immobile stesso e che, quindi, nessun lavoro è stato autorizzato” e che, infine, “Per quanto attiene poi all’autorizzazione (art. 57-bis …), essendo stata fatta l’occupazione solo per i succitati motivi di presidio e vigilanza, quale deterrente ad eventuali atti di vandalizzazione dell’immobile, ed in via del tutto temporanea, non si era ritenuto di chiedere preventiva autorizzazione”. Successivamente il Comune con nota n. 3027 del 22 febbraio 2012, inviata anche alla Soprintendenza e alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici di questo Ministero, chiedeva all'Agenzia del Demanio-Filiale di Catanzaro, il trasferimento all’amministrazione comunale stessa dell’intero complesso La Tonnara di Bivona, ai sensi dell’art. 5, comma 5, del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, recante “Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell'articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42”, rientrando il complesso immobiliare in questione “nelle strategie e obiettivi di valorizzazione di questa Amministrazione, con un utilizzo a polo museale della civiltà del mare della Calabria e sede del Parco Marino Regionale fondali di Capocozzo-S. Irene-Vibo Marina-Pizzo-Capo Vaticano-Tropea.” Nelle more e/o in subordine del trasferimento e del completamento dell’immobile, chiedeva di poter utilizzare le parti già finite, ad uso gratuito, quale sede del succitato parco regionale marino e per attività artistiche-culturali, avvalendosi della collaborazione dell’associazione non profit “Insieme per Bivona Onlus” (non disponendo di personale proprio), per curare l’apertura, la chiusura e la pulizia dei locali destinati ad auditorium e fornire assistenza alle manifestazioni organizzate e autorizzate dall’amministrazione comunale. Informava, infine, dell’indirizzo dato al dirigente del settore Polizia municipale di provvedere alla vigilanza del complesso mediante distaccamento posto nell’immobile stesso. A tale richiesta l’Agenzia del Demanio-Filiale Calabria rispondeva in data 7 marzo 2012, con nota n. 3587, che le richieste del Comune non potevano essere accolte in quanto “l'immobile in questione, appartenendo al Demanio pubblico dello Stato - Ramo Marina Mercantile, è escluso dal trasferimento ai sensi dell'art.5 del decreto legislativo n.85/2010 atteso che tale tipologia di beni non può essere oggetto di tavolo tecnico operativo”; per la sua natura di res extra commercium, l’attribuzione in godimento dell’immobile può avvenire soltanto “nella forma della concessione a titolo oneroso”; che le concessioni amministrative sono “provvedimenti intuitu personae. nel senso che esse ineriscono alla persona del beneficiario che non può farne, quindi, liberamente oggetto di cessione a terzi”. Pertanto, invitava il Comune, in qualità di Ente gestore del demanio marittimo, ad adottare gli opportuni adempimenti di competenza finalizzati ad una proficua messa a reddito del bene e ciò al fine di scongiurare che si possa configurare la sussistenza di danno erariale ovvero di illecito arricchimento dì soggetti privati. 
 

Delibera di Giunta dell'ottobre 2011 con la quale si rinnova la concessione in uso della Tonnara, facendo riferimento a date e deliberazione precedenti, comprensivo di pareri positivi di regolarità tecnica e amministrativa/contabile.


In relazione, infine, agli interventi da eseguire sull’immobile, la Soprintendenza, con nota n. 4866 del 21 settembre 2012 ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, al “Progetto definitivo e esecutivo Museo del mare e tonnara loc. “Bivona”. Legge regionale n. 24/87 art. 13 comma 1 e L.R. n. 19/2009 e art. 5 comma 7 L.R. n. 8/2010 – Decreto D.G. n. 2979 del 15/03/2010”. Alla stessa Soprintendenza, però, risulta che, a causa della perdita del finanziamento di 1.304.000 euro ottenuto dal Comune in base al POR, non siano mai iniziati i lavori di restauro dalla stessa autorizzati, pur non addivenendo a nessun accordo con il Comune per un piano di gestione della Tonnara di proprietà statale, accordo che si rende necessario in quanto l’immobile non può essere oggetto di trasferimento dallo Stato all’amministrazione comunale. 
Questo Ministero auspica che l’attenzione verso la Tonnara si concretizzi in azioni efficaci al mantenimento e alla fruizione dell’opera, in quanto la stessa assume valori storico-culturali rilevanti non solo per quanto riguarda il patrimonio storico-architettonico ma anche sotto il profilo demo antropologico. Il mantenimento di tali valori assume particolare rilevanza per il riconoscimento dei caratteri identitari che potrebbero essere assunti come strumento per uno sviluppo socio culturale del territorio. Con la recente riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sono stati istituiti il Polo museale della Calabria e il Segretariato regionale del Ministero per la Calabria. Al Polo è stato affidato il compito, tra gli altri, di promuovere un sistema museale regionale integrato; al Segretariato, anche quello di valorizzazione e promozione turistica degli itinerari culturali e di eccellenza paesaggistica e delle iniziative finalizzate a promuovere la conoscenza delle identità territoriali e delle radici culturali delle comunità locali. Gli uffici di questa Amministrazione, nell’ambito delle proprie competenze, sono disponibili, pertanto, a collaborare, nelle forme istituzionali previste dal Codice e dalla vigente normativa, con gli enti interessati alla valorizzazione della Tonnara di Bivona, anche ai fini dell’inserimento di ogni futura iniziativa e attività in una più generale e coordinata pianificazione e organizzazione."


La redazione di questo blog si riserva di esprimere un più approfondito parere su tale atto nei prossimi giorni.
Si mette in risalto però come la bontà della nostra ormai quinquennale denuncia e protesta è confermata in pieno da quest'atto ministeriale, riscontrandosi la prassi illegittima del Comune (nel non aver richiesto preventivi pareri al Demanio o alla Soprintendenza, tra l'altro senza possedere alcun titolo concessorio sull'immobile). Nell'atto infatti si rileva come il Comune richieda al Demanio parere sull'uso della Tonnara solo nel febbraio 2012, quasi un anno dopo averla concessa in uso ad una associazione locale o a se stesso come sede dei temporanea dei Vigili Urbani. 


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