LA MEMORIA DEI FOSSI...
C'è una scuola di pensiero che rivendica appartenere alla natura una sorta di "memoria". Un terreno conterrà sempre in sè, nelle sue profondità ad esempio, il seme piantato nel I secolo avanti Cristo, così come gli scarti di solfuro e sansa della ex-Gaslini. Altri questa memoria la negano, e seppure a loro sono imputabili i danni maggiori al nostro pianeta, nessuno riesce mai ad inchiodarli alle loro responsabilità.
Nonostante ciò ci piace pensare che i fossi abbiano una memoria; ci da soddisfazione vederne fissate le immagini nelle foto del VERSACE1 o in quelle dei Volontari del Luglio/settembre 2006.
Contribuiamo ad arricchire la "memoria dei fossi" con le foto allegateci nel nuovo comunicato dei sindacati FEMCA Calabria, la FEGICA Calabria e l’UST CISL di Vibo, che integralmente pubblichiamo in link. Le foto sono accompagnate da una sorta di "guida escursionistica" utile per conoscere lo stato dei luoghi oggi, nell'agosto 2008, e non più nel 2006:
"Partendo dal lato ovest (Bivona) si incontra il ponte che introduce a viale delle industrie sul fosso Sant’Anna in uno stato di totale insicurezza, mancanza delle spallette laterali, ma quello che è peggio è che lo stesso è totalmente occluso da un canneto fiorente e da altre sterpaglie (vedere foto). Sperando che la cosa riguardasse solamente la foce del fosso ci si è recati dal lato sud verso la linea ferrata. Ma aimè la situazione non è diversa. Infatti mentre il fosso, che divide in questo tratto una serie di abitazioni civili dall’ex deposito Victoria, ormai demolito quasi completamente, si presenta chiuso da un folto canneto e sterpaglie in tutto il suo percorso. Proseguendo verso il porto lungo la strada che divide la ferrovia dello stato dalla zona industriale, si constata il totale stato di abbandono sul versante ferrovie che contrasta con lo stato di pulizia del lato industriale fino a raggiungere il fosso Marzano e oltre. Anche qui, mentre il fosso è perfettamente pulito tra i depositi dell’Eni R&M non è altrettanto sotto il ponte ferroviario e lungo il margine della Italcementi e della proprietà Marzano, quasi completamente intasato da sterpaglie e immondizie (vedi foto). Ma la situazione di abbandono dei fossi che sono stati anche causa del disastro dell’alluvione del 2006 non migliora raggiungendo il terzo fosso che attraversa il centro di Vibo Marina per sfociare a fianco del deposito Basalti Energia (vedi foto), anch’esso occluso in quasi tutto il suo percorso da sterpaglie e immondizia ..." e così terminata quest'escursione turistica che ti lascia la sensazione d'aver attraversato l'assurdo ed il vuoto (del governo del territorio) pongono, tra gli altri, alcuni interrogativi:
Il Commissario ed i suoi funzionari hanno visionato i luoghi del’inondazione per verificare l’attuale stato prima di emettere l' ordinanza?
Come pensano di rilocare le nuove costruzioni (vedi prima foto in alto) nate in questi mesi?
Qual’è la nuova qualificazione prevista dall’amministrazione comunale per le aree a rischio?
Lo strumento urbanistico prevede forse che i 150.000 mq da bonificare secondo l’ordinanza, saranno dedicati alla pubblica utilità creando così un polmone verde?
Quando la Protezione Civile pensa di intervenire per far mettere in sicurezza i fossi incriminati?
Le risposte a tali interrogativi, ne siamo certi, in futuro faranno comunque parte della memoria dei fossi... così come della smemoratezza dei fessi!
Nonostante ciò ci piace pensare che i fossi abbiano una memoria; ci da soddisfazione vederne fissate le immagini nelle foto del VERSACE1 o in quelle dei Volontari del Luglio/settembre 2006.
Contribuiamo ad arricchire la "memoria dei fossi" con le foto allegateci nel nuovo comunicato dei sindacati FEMCA Calabria, la FEGICA Calabria e l’UST CISL di Vibo, che integralmente pubblichiamo in link. Le foto sono accompagnate da una sorta di "guida escursionistica" utile per conoscere lo stato dei luoghi oggi, nell'agosto 2008, e non più nel 2006:
"Partendo dal lato ovest (Bivona) si incontra il ponte che introduce a viale delle industrie sul fosso Sant’Anna in uno stato di totale insicurezza, mancanza delle spallette laterali, ma quello che è peggio è che lo stesso è totalmente occluso da un canneto fiorente e da altre sterpaglie (vedere foto). Sperando che la cosa riguardasse solamente la foce del fosso ci si è recati dal lato sud verso la linea ferrata. Ma aimè la situazione non è diversa. Infatti mentre il fosso, che divide in questo tratto una serie di abitazioni civili dall’ex deposito Victoria, ormai demolito quasi completamente, si presenta chiuso da un folto canneto e sterpaglie in tutto il suo percorso. Proseguendo verso il porto lungo la strada che divide la ferrovia dello stato dalla zona industriale, si constata il totale stato di abbandono sul versante ferrovie che contrasta con lo stato di pulizia del lato industriale fino a raggiungere il fosso Marzano e oltre. Anche qui, mentre il fosso è perfettamente pulito tra i depositi dell’Eni R&M non è altrettanto sotto il ponte ferroviario e lungo il margine della Italcementi e della proprietà Marzano, quasi completamente intasato da sterpaglie e immondizie (vedi foto). Ma la situazione di abbandono dei fossi che sono stati anche causa del disastro dell’alluvione del 2006 non migliora raggiungendo il terzo fosso che attraversa il centro di Vibo Marina per sfociare a fianco del deposito Basalti Energia (vedi foto), anch’esso occluso in quasi tutto il suo percorso da sterpaglie e immondizia ..." e così terminata quest'escursione turistica che ti lascia la sensazione d'aver attraversato l'assurdo ed il vuoto (del governo del territorio) pongono, tra gli altri, alcuni interrogativi:
Il Commissario ed i suoi funzionari hanno visionato i luoghi del’inondazione per verificare l’attuale stato prima di emettere l' ordinanza?
Come pensano di rilocare le nuove costruzioni (vedi prima foto in alto) nate in questi mesi?
Qual’è la nuova qualificazione prevista dall’amministrazione comunale per le aree a rischio?
Lo strumento urbanistico prevede forse che i 150.000 mq da bonificare secondo l’ordinanza, saranno dedicati alla pubblica utilità creando così un polmone verde?
Quando la Protezione Civile pensa di intervenire per far mettere in sicurezza i fossi incriminati?
Le risposte a tali interrogativi, ne siamo certi, in futuro faranno comunque parte della memoria dei fossi... così come della smemoratezza dei fessi!
Commenti
Complimenti ancora .
Pino Conocchiella, anche Seg. Gen. FEMCA Calabria pro-tempore
A presto.
A. Montesanti